Lavorare a cabochon | La stampa

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Diventa verde, hanno detto.


Pubblicato alle 5:00

Semina fiori, arbusti e, perché no, pomodori davanti a casa tua.

Aiutaci ad abbellire il grigiore urbano.

Migliaia di cittadini hanno sentito questo appello dalla città di Montreal.

Lo hanno seguito alla lettera.

È affascinante vedere l’entusiasmo con cui gli abitanti di Montreal hanno afferrato la pala e le cesoie negli ultimi anni, nei quartieri centrali.

Da maggio a ottobre i bordi dei marciapiedi sono invasi da fiori multicolori e da altre piante più semplici, come trifogli e prati.

I giardinieri in erba mantengono con cura i loro piccoli “quadrati di alberi” e le loro aiuole. Si riuniscono tra i vicini per acquistare piantine. Diversi distretti forniscono anche le materie prime e consigli sulla manutenzione.

Funziona con il fuoco di Dio.

Tranne quando arriva l’inverno. Sembra che accada ogni anno nella nostra zona.

Marie Hélène Harvey, madre di due bambini piccoli di Vieux-Rosemont, coltiva da anni una striscia di marciapiede davanti al suo duplex, insieme ai suoi vicini anziani. Ogni anno investono circa un centinaio di dollari per piantare trifoglio e altre piante perenni. Per loro è più di un appezzamento verde: è un vero e proprio luogo di socializzazione intergenerazionale.

Il piccolo gruppo, come dozzine di residenti di Rosemont in un vasto quadrilatero, si è scandalizzato quando è uscito di casa venerdì mattina.

Ciò che videro li gettò a terra.

Anche se la neve caduta all’inizio di questa settimana si era quasi sciolta, gli spazzaneve hanno superato il problema durante la notte. Nel senso più letterale della parola.

Raschiarono, o meglio scavarono, tutto ciò che trovarono nelle strade e nei marciapiedi. Vale a dire una minuscola crosta di ghiaccio e tutte le piante piantate dai residenti.






Il risultato: grandi strisce brunastre su tutti i marciapiedi. Peggio ancora: l’annientamento di tutto il lavoro estivo dei giardinieri cittadini.

Un paesaggio “da dopoguerra”, denuncia MMe Harvey.

“Ogni anno dobbiamo sempre riseminare, aggiungere terra, dobbiamo sempre contribuire a rifare la nostra sezione”, spiega. Ma ecco, ieri sera ha davvero oltrepassato il limite. »

La giovane madre non è il tipo che si lamenta con il consiglio distrettuale. Né lanciare allarmi ovunque nei media.

“Ma hanno fatto un lavoro così terribile, è così sporco ovunque, che non potevo permettermi di non fare nulla”, si arrabbia. Ho bambini piccoli che giocano. Lo denuncio affinché abbiano uno spazio pulito e piacevole dove giocare. »

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FOTO PATRICK SANFAÇON, LA STAMPA

I danni sono visibili per diverse centinaia di metri, nel quartiere Rosemont.

La cosa più “strabiliante” per Marie Hélène Harvey, che lavora nella pubblicità, è l’incoerenza delle autorità municipali in questa materia.

“Ciò che mi offende è vedere il Comune incoraggiarci ogni anno a prenderci cura di questi spazi. Distribuiscono piante, arbusti e piantine e poi le cestinano. »

“Quando pensiamo allo sviluppo sostenibile e all’essere più verdi, non è solo questione dichiarazione distretto, dite: rinverdiamo il nostro quartiere in primavera, continua. Dobbiamo renderci conto che c’è l’inverno e che dobbiamo prendercene cura tutto l’anno. »

La saga delle aiuole Rosemont illustra un fenomeno di cui vi ho già parlato in una serie di rubriche intitolate “Questa spiacevole sensazione di non ottenere ciò per cui si paga”.

A livello comunale, provinciale o federale, i cittadini hanno spesso l’impressione di un lassismo (o di un disinteresse?) da parte delle autorità nei confronti della sana gestione dei fondi pubblici. Monitorando attentamente le operazioni quotidiane.

Nel controllo qualità, insomma.

L’esempio classico: buche riempite frettolosamente da lavoratori comunali (o subappaltatori) che sembrano non avere alcun incentivo a riparare bel lavoro.

Questi dipendenti non sembrano mai dover affrontare alcuna conseguenza per il loro lavoro scadente.

Come se le migliaia di manager, capisquadra e altri supervisori pagati con le nostre tasse non potessero, o non volessero, svolgere pienamente il loro ruolo manageriale. E, se necessario, applicare misure disciplinari.

I residenti di Rosemont–La-Petite-Patrie possono però tranquillizzarsi: il comune mi conferma di aver effettuato “i necessari richiami in materia di tutela degli insediamenti cittadini” dopo il fiasco dello sgombero neve di venerdì.

C’è speranza. O no.

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