Un recente rapporto dell’International Crisis Group offre uno spaccato affascinante delle dinamiche delle tese relazioni tra Marocco e Algeria. Intitolato ” Gestire le tensioni tra Marocco e Algeria “, questo documento evidenzia un complesso mix di moderazione, calcoli diplomatici e rivalità geopolitiche.
Se una guerra militare è stata evitata, lo spettro di uno scontro rimane molto reale, alimentato da ambizioni divergenti sulla scena regionale e internazionale. Ecco un’analisi approfondita di questo rapporto e delle implicazioni che ne deriva. Secondo Crisis Group, negli ultimi anni un “fattore di moderazione” ha contribuito a evitare uno scontro militare aperto tra Marocco e Algeria.
Tuttavia, questa stabilità relativa è fragile. Il rapporto sottolinea che l’aumento delle tensioni non è alimentato da differenze storiche, ma anche da fattori contemporanei come le ambizioni aggressive del Polisario, un ritmo sostenuto di corsa agli armamenti e dinamiche internazionali imprevedibili, in particolare sotto l’influenza dell’amministrazione Trump e delle fluttuazioni nelle relazioni americano-europee.
Un Marocco in piena fiducia diplomatica
Crisis Group ha evidenziato un aspetto centrale del conflitto: il sostegno esplicito di Francia e Spagna alla sovranità marocchina sul Sahara Occidentale, posizione che ha accentuato l’isolamento dell’Algeria. Se Madrid e Parigi cercano di mantenere relazioni equilibrate con Algeri, il loro allineamento con Rabat nella questione sahariana ha lasciato l’Algeria in una posizione difensiva. Questa situazione riflette uno spostamento diplomatico a favore del Marocco, rafforzato dalla sua strategia proattiva sulla scena internazionale.
Il riconoscimento americano della sovranità marocchina sul Sahara nel 2020 è stato un colpo da maestro diplomatico che continua a strutturare gli equilibri di potere nella regione. A ciò si aggiungono gli sforzi del Marocco per aumentare l’apertura di consolati stranieri nelle città di Laâyoune e Dakhla, consolidando il proprio controllo sui territori contesi. Il regime dei capi di Algeri, dal canto suo, resta bloccato nel suo ostinato sostegno al Polisario, posizione che lo emargina ulteriormente sulla scena internazionale.
Sotto il regno del re Mohammed VI, il Marocco ha adottato una diplomazia dinamica e diversificata, rompendo con la sua storica dipendenza dall’Occidente. Il rapporto evidenzia le ripetute visite reali in Africa, che hanno permesso al Marocco di rafforzare le sue alleanze all’interno del continente. Queste basi sono culminate con il ritorno del Regno nell’Unione Africana nel 2017, una svolta strategica per difendere la sua posizione nel Sahara. Allo stesso tempo, il Marocco ha rafforzato la sua politica nei confronti dei paesi africani che sostengono il Polisario, chiedendo il riconoscimento esplicito della sua sovranità.
Questa strategia di diversificazione dei partner si estende oltre l’Africa, con legami rafforzati con potenze emergenti come Cina, Russia e India. Questo pragmatismo diplomatico si oppone all’approccio più rigido dell’Algeria, la cui politica estera resta in gran parte dipendente da una visione di confronto.
Lo spettro dell’escalation militare
Se il rapporto sottolinea l’importanza della moderazione, non esclude il rischio di uno scontro militare, alimentato da diversi fattori. La corsa agli armamenti tra i due paesi è diventata una realtà allarmante, con i budget militari in costante aumento. Il Marocco sta investendo in tecnologie all’avanguardia, compresi droni e sistemi di difesa, mentre l’Algeria fa affidamento sulla sua storica partnership con la Russia per rafforzare il suo arsenale classico, che non è in linea con le attuali tecniche di guerra.
Il Polisario, da parte sua, svolge un ruolo catalizzatore in questa tensione. Le sue azioni aggressive in prima linea, combinate con la retorica bellicosa, esacerbano la situazione. Crisis Group invita quindi le potenze europee a incoraggiare i fornitori di armi di questi due paesi a moderare le loro esportazioni, lavorando al contempo per limitare la proliferazione di discorsi di incitamento all’odio sui social network, che alimentano le ostilità.
Un punto cruciale del rapporto riguarda il ruolo dei social network nel deterioramento delle relazioni tra Marocco e Algeria. Le piattaforme digitali sono diventate terreno fertile per l’incitamento all’odio e la propaganda, esacerbando le divisioni e rendendo il dialogo ancora più difficile. Gli esperti chiedono una regolamentazione più rigorosa di questi spazi, dove la disinformazione e l’incitamento alla violenza spesso prosperano incontrollati.
Nonostante la rottura ufficiale delle relazioni diplomatiche tra i due paesi nel 2021, il rapporto sottolinea che il Marocco, attraverso la saggia voce del re Mohammed VI, ha cercato di adottare una posizione di apertura. Gli appelli al dialogo e alla riconciliazione, sebbene respinti da Algeri, dimostrano il desiderio marocchino di mantenere una porta aperta. Tuttavia, questa mano tesa resta condizionata dal rispetto reciproco e dall’abbandono di posizioni estreme
Conflitto tra passato e futuro
Questo rapporto evidenzia una verità fondamentale: il conflitto tra Marocco e Algeria è tanto una questione di politica estera quanto uno scontro di ideologie. Da un lato, il Marocco incarna il pragmatismo moderno, cercando di diversificare le sue alleanze e integrarsi nelle nuove dinamiche globali. D’altro canto, il regime senile della porta accanto rimane chiuso in una visione, centrata sui conflitti del passato, freddamente ereditati dalla guerra.
Il crescente isolamento del cosiddetto regime & Co non è diplomatico, è anche economico e politico. Il Paese, dipendente dalle sue risorse energetiche, sta lottando per reinventarsi di fronte alle sfide del 21° secolo. Il Marocco, d’altro canto, fa affidamento su politiche inclusive e su una diplomazia flessibile per stabilire la propria posizione regionale.
Il rapporto del Crisis Group ci ricorda che, nonostante le tensioni in corso, ci sono ancora opportunità di guarigione. La comunità internazionale, e in particolare i paesi europei, hanno un ruolo cruciale da svolgere nell’incoraggiare il dialogo, contenere la militarizzazione e promuovere un ambiente favorevole alla riconciliazione.
Ma la vera domanda resta: i leader dei due paesi sono pronti a superare i loro antagonismi storici per costruire un futuro comune? Se il Marocco sembra avviato verso questa strada, l’Algeria dovrà, prima o poi, rivedere le sue priorità per evitare un’emarginazione ancora maggiore.