Il Belgio è stato condannato per il collocamento forzato di bambini di razza mista in Congo durante la colonizzazione

Il Belgio è stato condannato per il collocamento forzato di bambini di razza mista in Congo durante la colonizzazione
Il Belgio è stato condannato per il collocamento forzato di bambini di razza mista in Congo durante la colonizzazione
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Lunedì lo Stato belga, ex potenza coloniale del Congo, è stato condannato per il rapimento di cinque ragazze di razza mista prima dell’indipendenza nel 1960.

“Una sentenza storica”, secondo i denuncianti.

Lo Stato belga, ex potenza coloniale del Congo (attuale RDC), è stato condannato lunedì per il rapimento delle loro madri e il collocamento forzato di cinque ragazze di razza mista prima dell’indipendenza nel 1960. Ribaltando la sentenza di primo grado emessa in 2021, la Corte d’appello di Bruxelles ha ritenuto che i fatti non fossero prescritti, e che questi “Sequestri sistematici” in base all’origine costituita”un crimine contro l’umanità”, in conformità con il diritto internazionale applicabile nel 1946, dopo la seconda guerra mondiale.

“Abbiamo vinto, è una vittoria totale” ha risposto all’AFP Michèle Hirsch, l’avvocato di queste cinque donne ormai settantenni. “La sentenza è storica, è la prima volta che uno Stato coloniale, in questo caso il Belgio, viene condannato per un crimine commesso durante la colonizzazione qualificato come crimine contro l’umanità e quindi non prescritto” ha spiegato.

Una prima in Belgio

I cinque ricorrenti sono tutti nati tra il 1945 e il 1950 dalla relazione di un uomo bianco con una donna nera nell’ex colonia belga, oggi Repubblica Democratica del Congo (RDC). All’età di due, tre o quattro anni, sono stati prelevati con la forza dalle famiglie materne per essere collocati in istituti generalmente gestiti dalla Chiesa cattolica, dove dicono di essere stati vittime di maltrattamenti.

Secondo la loro difesa, la pratica del collocamento forzato rientrava nell’ambito “la politica di segregazione razziale e di rapimenti stabilita dallo stato coloniale” belga, e privò questi bambini della loro identità. “La loro ricerca dell’identità è ancora oggi impedita” Lo ha detto il signor Hirsch all’udienza di settembre.

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Lo Stato belga è condannato a risarcire i ricorrenti del danno morale e a risarcirli nella somma di 50.000 euro ciascuno, cifra richiesta nella denuncia depositata nel 2020.

Questo processo è stato il primo in Belgio a mettere in luce la sorte riservata ai meticci nati nelle ex colonie belghe (Congo, Ruanda, Burundi). La maggior parte di loro non veniva riconosciuta dai padri e non doveva mescolarsi con bianchi o africani. Lo Stato belga fu la potenza coloniale del Congo per mezzo secolo (1908-1960), dopo un primo periodo di occupazione (1885-1908) durante il quale il re Leopoldo II aveva fatto di questo immenso paese dell’Africa centrale sua proprietà personale.


La redazione di TF1info con AFP

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