“Noi (…) invitiamo tutte le parti a ridurre l'escalation e a proteggere i civili e le infrastrutture al fine di evitare ulteriori sfollamenti e interruzioni nella fornitura di aiuti umanitari”, hanno scritto Washington in una dichiarazione congiunta, Parigi, Berlino e Londra.
Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito hanno chiesto domenica 1 dicembre in una dichiarazione congiunta la “de-escalation” in Siria, dove i gruppi ribelli hanno inferto un duro colpo al regime di Bashar al-Assad, prendendo il controllo del paese. diversi territori negli ultimi giorni.
È la prima volta dall’inizio della guerra in Siria nel 2011 che il governo, alleato di Iran e Russia, perde completamente il controllo di Aleppo, una dura battuta d’arresto inflitta da una coalizione di gruppi ribelli dominata dagli islamici.
Paura di una ripresa delle ostilità
Ricevendo a Damasco il capo della diplomazia iraniana, Abbas Araghchi, Bashar al-Assad ha sottolineato “l'importanza del sostegno di alleati e amici per affrontare gli attacchi dei terroristi sostenuti dall'estero e contrastare i loro piani”. In precedenza aveva minacciato di usare “la forza per spezzare i terroristi”.
La Russia ha affermato che le sue forze aeree stanno aiutando l’esercito siriano a “respingere” i ribelli nelle province di Idlib (nord-ovest), Hama (centro) e Aleppo (nord), mentre l’Iran ha ribadito il suo “fermo” sostegno al regime di Assad.
Dopo Damasco, Abbas Araghchi è arrivato domenica sera ad Ankara dove lunedì incontrerà il suo omologo turco Hakan Fidan prima di un incontro con il presidente Recep Tayyip Erdogan, secondo i funzionari.
Nel 2015 e con il fondamentale sostegno militare di Russia e Iran, il regime di Assad ha lanciato una controffensiva che gli ha permesso di riprendere gradualmente il controllo di gran parte del Paese e nel 2016 dell’intera città di Aleppo, cuore economico del pre -guerra in Siria.
La violenza, la prima di questa portata dal 2020, fa temere una ripresa delle ostilità su larga scala in un Paese diviso in diverse zone di influenza, dove i belligeranti sono sostenuti da diverse potenze regionali e internazionali.