Abbiamo mai visto un simile incontro sotto le finestre dell'Hôtel de Région des Pays de la Loire? Lunedì 25 novembre hanno protestato 3.000 manifestanti, provenienti soprattutto dal mondo culturale locale. “Cultura: tutto scomparirà”, si legge sui cartelli affissi.
Di fronte alle proteste, la maggioranza regionale di destra e di centro (57 eletti) si sono unite dietro la sua presidente, Christelle Morançais. Sui media e sui social network tutti sostengono di sostenere il “giro di vite senza precedenti” annunciato a metà ottobre: 100 milioni di euro in meno di spesa nelle finanze regionali. Tagli netti che vanno ben oltre i 38 milioni di risparmio previsti dal governo Barnier, ma che dovrebbero consentire, secondo il suo presidente (Orizzonti), di riorientare la Regione sulle sue missioni “più legittime e più utili”: “occupazione, gioventù , transizioni”.
Non è un caso che Christelle Morançais abbia iniziato la sua opera di indebolimento prendendo di mira, a metà novembre, la cultura “sovvenzionata” e “politicizzata” (leggi: a sinistra). Mentre la stampa riporta una litania di tagli che vanno – di fatto – ben oltre la cultura, prendere di mira questo settore permette di unire la sua maggioranza e di non spaventare la sua base elettorale.
Ma la riduzione del 73% dei sussidi destinati al mondo della cultura non arriva da sola. Sarebbe il 64% complessivo per la commissione cultura, sport e associazioni, per un budget operativo in aumento da 33,9 a 12,8 milioni di euro, secondo le nostre proiezioni. E altri tagli cominciano ad apparire nell’occupazione, nell’agricoltura, nella ricerca, ecc. [voir notre tableau].
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