Canta O Canada all’unisono

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24 giugno 2024, 20:00 L’intero paese è dietro agli Edmonton Oilers. Quebec compreso. Ci auguriamo ardentemente che riportino la Stanley Cup a casa, nel paese di cui Stanley era governatore generale: 31 anni di esilio sono sufficienti.


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La partita si svolge in Florida. Gli inni nazionali sono cantati da Alanis Morissette, nativa di Ottawa. Intona ilIl Canada. Inizia la suspense. Ogni volta che l’inno nazionale canadese viene cantato nella National Hockey League, in un posto diverso da Montreal, ci chiediamo sempre se ascolteremo qualche parola in francese. La maggior parte delle volte è no. Nella sesta partita della serie, giocata a Edmonton, è stato cantato l’inno solo in inglese. Questa volta c’è spazio per la speranza. Il padre di Alanis Morissette è franco-ontario, ed è il giorno di San Giovanni, un buon motivo per salutare i francofoni del miglior paese del mondo.

Arriva la finale:

Dio mantieni la nostra terra gloriosa e libera
O Canada, noi stiamo in guardia per te
Oh Canada, noi stiamo in guardia per te

Bene allora. La prossima volta sarai più fortunato. Alanis prosegue con l’inno americano. Vai, Oilers, vai! Comunque.

È tanto più ironico che l’inno nazionale quella sera sia stato cantato solo in inglese, perché è stato creato per il giorno di San Giovanni Battista, il 24 giugno 1880. è una canzone patriottica franco-canadese con testi di Adolphe- Basile Routhier e musica di Calixa Lavallée. Era solo la metà del 20e secolo che gli inglesi canadesi misero da parte Foglia d’acero per sempre adottare la versione delIl Canada tradotto in inglese da Robert Stanley Weir.

Durante la visita del re Giorgio VI a Ottawa nel 1939, lo fuIl Canada che suonò per salutarlo, consacrando questa canzone come inno del Canada. Una legge adottata dal Parlamento canadese nel 1980 lo ha fatto ufficialmente.

Occorre apportare una modifica a questa legge: l’inno nazionale deve essere cantato, sempre, nelle due lingue ufficiali del Paese. Ecco. È semplice. È chiaro. È preciso.

FOTO NATHAN DENETTE, ARCHIVIO STAMPA CANADESE

I tifosi degli Edmonton Oilers alla finale della Stanley Cup in Florida il 24 giugno

Non dobbiamo stare lì, durante ogni sua rappresentazione, a chiederci se gli organizzatori ci faranno il favore di includere qualche parola in francese nel nostro inno. Quando lo cantiamo in inglese, dobbiamo includere un passaggio in francese. Quando lo cantiamo in francese, dobbiamo includere un passaggio in inglese.

Non è una canzone di Drake, è un inno nazionale, diavolo, deve riflettere il paese che rappresenta. Non possiamo cantarla come vogliamo. Silenziando il linguaggio di chi l’ha creato.

Che il Canada sia aperto a tutte le culture è meraviglioso, ma che neghi quella di uno dei popoli all’origine della sua esistenza è scandaloso.

Cari amici canadesi, questa volta non vi stiamo dicendo “mantenetelo, il vostro inglese”, vi stiamo dicendo “mantenetelo, il nostro francese”, fa parte delIl Canada. Per sempre. Senza francofoni, ilIl Canada non esiste.

Un inno serve ad unire i concittadini, non a dividerli. Durante le partite degli Europei è toccante vedere giocatori e tifosi cantare con fervore i loro inni nazionali. Se vogliamo ilIl Canada ci fa venire i brividi durante la Copa América, va cantato nella lingua di Alphonso Davies e in quella di Maxime Crépeau. Questo è ciò che è bello.

Le elezioni federali sono all’orizzonte, avrò una forte propensione verso il partito che promette di fareIl Canada un inno bilingue, da interpretare sempre come tale. Diamolo per scontato! Diamolo per scontato!

La partita in tutto questo? Gli Oilers perdono 2 a 1. La Coppa resta negli Stati Uniti. Se Alanis avesse finito ilIl Canada in francese potrebbe aver portato fortuna alla nazionale di Edmonton. Dopotutto, l’ultima volta che una squadra canadese ha vinto la Stanley Cup, l’inno nazionale è stato cantato in entrambe le lingue. Come dovrebbe essere.

Buon Canada Day a tutti! Oppure buona festa in movimento! Dipende o è entrambe le cose.

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