Diritti tv: l’Italia guarda la Ligue 1 e piange

Diritti tv: l’Italia guarda la Ligue 1 e piange
Diritti tv: l’Italia guarda la Ligue 1 e piange
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A meno di due mesi dalla ripresa, la Ligue 1 non ha ancora un’emittente per la prossima stagione. La Professional Football League non riesce a trovare un acquirente per i suoi diritti televisivi. Una situazione che allerta gli osservatori italiani preoccupati di poter vivere una situazione simile negli anni a venire.

Più passa il tempo, più la situazione diventa preoccupante. Mentre la ripresa delle competizioni si avvicina rapidamente, la Professional Football League non ha ancora venduto i diritti televisivi per la prossima stagione. L’organismo presieduto da Vincent Labrune considera seriamente e urgente la creazione di un proprio canale. Per spiegare questo fiasco dobbiamo tornare indietro di qualche anno, quando Mediapro, troppo ambiziosa, non rispettò i suoi impegni.

Tanto da allertare il giornalista italiano Paolo Ziliani, convinto che l’aumento dei prezzi per le emittenti di Serie A potrebbe portare a un caos simile. “ Se gli iscritti sono troppo pochi, tutto crollaha avvertito sul social network il media specialista Il Fatto Quotidiano Questo è successo nel 2021 in Francia dove Mediapro, che sognava 3,5 milioni di clienti, si è ritrovata con 600mila, ha abbandonato tutto ed è fallita. Ma potrebbe presto accadere anche qui, visto che la politica seguita dalle nostre emittenti è quella di dissanguare ogni anno sempre più i pochi abbonati sopravvissuti. »

Le emittenti italiane alzano i prezzi

« Dopo l’ulteriore sconsiderato e ingiustificato aumento dei prezzi degli abbonamenti DAZN, con l’inizio della nuova stagione calcistica (1 luglio 2024 – 30 giugno 2025), sono arrivati ​​anche gli aumenti di Sky, nell’ordine del 20%. Dobbiamo sperare che i vertici del calcio italiano sappiano quello che fanno, perché il rischio di ritrovarsi con ancora meno abbonati – succhiando il sangue dei pochi sopravvissuti – è altissimo. (…) È chiaro che il rischio è che DAZN si trovi di fronte alla fine causata da Mediapro in Francia: troppo pochi abbonati e business in perdita », ha immaginato il giornalista.

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