Destino del Périgord. In primo piano con Gilbert Privat, scultore e pittore strettamente legato al Périgord

Destino del Périgord. In primo piano con Gilbert Privat, scultore e pittore strettamente legato al Périgord
Destino del Périgord. In primo piano con Gilbert Privat, scultore e pittore strettamente legato al Périgord
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È la storia di una “scoperta abbagliata”. Quella di uno scultore, Gilbert Privat, nato nel 1892 a Tolosa, morto nel 1969 a Soulac-sur-Mer (33), in riva al mare, nella Dordogna. “Un uomo che è diventato il Périgord attraverso il meglio che aveva in sé, cioè attraverso sua moglie”, ha scritto di lui l’ex ministro del Fronte popolare del Périgord e combattente della resistenza, Yvon Delbos. La sua musa più fedele.


Una delle rare foto dell’artista Gilbert Privat. Era sulla copertina del libro a lei dedicato dalle Éditions Fanlac nel 1970, poco dopo la sua morte.

Stéphane Klein/SO

Quest’uomo era sposato con Odette de Magondeaux, che fece numerose donazioni delle sue opere al Museo degli anni ’30, a Boulogne-Billancourt (un centinaio) e a Périgueux. “Il museo militare di Périgueux conserva dal 1979 la maggior parte dei disegni realizzati sul fronte durante la prima guerra mondiale”, spiega Dominique Renaut, bibliotecaria. Oppure 465 disegni e acquerelli. Con infinita pazienza, attualmente li sta digitalizzando, classificandoli affinché il pubblico possa avere accesso a questa pagina di storia, vista da un cosiddetto artista del Périgord. “Un lavoro a lungo termine”, dice il volontario.

Accademismo di “buona qualità”.

Che fosse tolosano di nascita e parigino nell’esercizio del suo talento, poco importa. Lo scultore Gilbert Privat era diventato Périgourdin, diffondendo le sue opere (stele e bassorilievi) ai quattro angoli del dipartimento. Da Périgueux a Montignac, da Boulazac a Sarlat.

Al museo militare lasciò una moltitudine di ritratti abbozzati in seconda riga, quando, ferito quattro volte, dovette farsi curare. Incorporato nel 15° reggimento di fanteria Albi nell’ottobre 1913, privato di 1a classe nel giugno 1914, Gilbert Privat fu smobilitato nell’agosto 1919 con il grado di sergente, detentore della Croix de Guerre. Disegnati su carte improvvisate, “con quello che ha trovato”, questi ritratti hanno un significato universale. Raccontano i disordini, la guerra, l’attesa in poche parole.

Ritornato alla vita civile, Gilbert Privat poté dedicarsi alla sua arte a Parigi, cosa che gli valse un secondo Grand Prix de Rome nel 1921. Il suo matrimonio nel 1937 con un nativo di Thiviers in Dordogna, eletto a Parigi nel 1952, gli fece passare per il Périgord. La città prefettizia ne conserva la memoria, in particolare presso il Museo d’Arte e Archeologia del Périgord (Maap).

“Guarda queste curve, questa morbidezza. È aggraziato, fine, puro”

Gilbert Privat ha espresso il suo talento soprattutto nella ricerca estetica del corpo femminile. “Guarda queste curve, questa morbidezza. È grazioso, fine, puro», commenta Myriam Grenier, vicedirettrice del Maap. Il museo possiede 87 opere dell’artista, tra cui 20 bassorilievi e sei acquerelli. A lui è dedicata una piccola stanza. La maggior parte sono sculture, come questa maternità in pietra, inaugurata nel 1946 davanti al reparto maternità dell’ospedale di Périgueux. Ce ne saranno altri.


  • Dominique Renaud, documentalista del museo militare di Périgueux, digitalizza i 465 disegni e acquerelli dell’artista.

    Helene Rietsch


  • Testa di bambina con coda di cavallo, firmata Gilbert Privat, offerta a Maap.

    Stéphane Klein/SO


  • “La Résistance”, un’altra replica, che appare nel Muro dei giustiziati, inaugurato nel 1954 a Périgueux, opera di Gilbert Privat.

    Stéphane Klein/SO


  • Sculture in bronzo firmate Privat da vedere nella piccola sala dedicata allo scultore al Museo d’Arte e Archeologia di Périgueux.

    Stéphane Klein/SO


  • Una Venere, firmata Privat, replica dell’originale realizzata per una fontana in California, esposta al Maap di Périgueux.

    Stéphane Klein/SO


  • Il muro dei fucilati, in memoria degli uomini e delle donne caduti sotto i proiettili durante la liberazione di Périgueux.

    Philippe Greiller

Il suo accademismo di “buona qualità”, ispirato alle sculture greco-romane, lasciò il posto, alla fine della sua vita, anche a opere più originali, in particolare ai bronzi intimi. Chi era questo artista “si alzava presto, andava a letto tardi, dormiva poco, lavorava molto con la pipa in bocca e un berretto basco in testa”, secondo la sua defunta moglie, anche lei scomparsa?

All’aria aperta

Manifesta prestissimo una vena artistica, incoraggiato dal padre, scultore del legno, che lo forma nella sua bottega. Si iscrive poi all’École des Beaux-arts di Tolosa, poi all’École nationale supérieure des Beaux-arts di Parigi. Dopo la mobilitazione durante la Prima Guerra Mondiale e i primi allori, beneficiò di una grande notorietà, che lo portò ad una serie di mostre nei salotti parigini. La sua svolta nel Perigord risale al secondo dopoguerra.

La maggior parte delle sue sculture all’aperto sono ancora visibili nelle strade di Périgueux, una delle quali porta il suo nome. A partire dal Mur des Fusillés, inaugurato nel 1954, in omaggio ai 45 ostaggi fucilati, e numerosi bassorilievi come il suo lavoro sulla storia del Périgord al teatro (ex municipio, 1960), una successione di 15 pannelli di cui solo ne restano sette. A lui si devono anche le sculture di Fénélon (1962) e Montaigne (1961), Allées de Tourny.

“Era molto eclettico. Scultore, lavorava con il gesso, il bastone, la terra, il bronzo, affrontando la pietra e il marmo o l’ardesia, ma era anche acquarellista e pittore», sottolinea il Maap. Un poeta, che amava la Dordogna. I suoi contemporanei conservano alcune delle sue poesie in un’opera postuma, pubblicata dalle Edizioni Fanlac, dopo la sua morte nel 1969. “Nel Périgord, benedetto dagli amanti e dagli dei, mi fermo, per provare a dire, intraducibile in cera, bellezza, armonia, racchiuso in questi luoghi. Come. Raccogliamoci. Delizioso Périgord. » Così parlò l’uomo.

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