Insulta e minaccia gli agenti di ricevere la sua RSA

Insulta e minaccia gli agenti di ricevere la sua RSA
Insulta e minaccia gli agenti di ricevere la sua RSA
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l’essenziale
Un uomo è stato condannato a Castres per aver insultato la Casa Dipartimentale dell’Autonomia del Tarn (MDA).

I fatti si sono verificati tra il 21 novembre e il 29 dicembre 2023. Durante questo periodo, l’uomo di 52 anni ha smesso di ricevere la sua RSA a causa di un errore nel trasferimento della sua pratica tra Tolosa e Castres dopo essersi trasferito a casa di sua madre. Infuriato per questo “errore” dei servizi pubblici, l’uomo ha deciso di attaccare i firmatari della lettera ricevuta – in cui gli si comunicava che non avrebbe ricevuto la somma abituale – affiggendo i muri della Casa dell’Autonomia dipartimentale del Tarn (MDA).

“Giuda”, “figlio di una cagna”, “puttana”, “non credente”… Gli insulti erano rivolti soprattutto ai due firmatari della lettera. Da allora, una delle vittime prese di mira soffre di “conseguenze psicologiche” e ha paura di uscire di casa. Va detto che pochi giorni prima dei fatti l’individuo si era già recato alla MDA per minacciare di morte. “Sono il figlio di Bin Laden”, “Lunga vita a Bin Laden”, ha scandito per primo davanti al segretario dell’establishment. Giunto a reclamare il suo denaro, l’uomo ha sfidato violentemente il personale del pubblico servizio. Tali osservazioni, tuttavia, non sono state accettate dal tribunale di Castres, che non ha denunciato un vero reato per mancanza di prove. Per il pubblico ministero, però, si tratta di parole preoccupanti, soprattutto “nel contesto attuale”.

Il nativo di Tolosa, assente al processo, vive solo con la madre e non percepisce alcun reddito. E’ riconosciuto lavoratore invalido al 50%. Condannato già cinque volte per altri delitti come danneggiamenti a cose altrui o minacce varie, l’uomo è noto per il suo temperamento difficile. Secondo la Procura avrebbe sviluppato un vero e proprio “animus verso la società”. Dopo la deliberazione, è stato condannato a 4 mesi di reclusione e a 900 euro di multa a titolo di risarcimento per il danno morale causato alle vittime e al dipartimento del Tarn.

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