doppia cittadinanza ferita dagli annunci di Bardella

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Alcuni sono nati in Algeria, Marocco, Libano o Camerun, prima di emigrare con i genitori. Altri sono nati in Francia da genitori stranieri. Alcuni, infine, si stabilirono qui da adulti e acquisirono la nazionalità francese per matrimonio. Da lunedì 24 giugno, giorno della presentazione del programma del Raggruppamento Nazionale (RN) per le elezioni legislative da parte del presidente del partito di estrema destra, Jordan Bardella, l’annuncio della sua volontà di vietare alcuni cosiddetti posti di lavoro “strategico” alla doppia nazionalità, preoccupa, ferisce e rivolta questi francesi che hanno conservato due nazionalità. “Mi sento ospite a casa” riassume Hanane (non ha voluto rivelare il suo nome), direttrice di un’agenzia immobiliare franco-marocchina che vive a Kremlin-Bicêtre (Val-de-Marne).

Prima ancora di iniziare a evocare la propria rabbia, tutti vogliono dire che gli esempi portati da Jordan Bardella non ingannano nessuno – ha citato più volte l’esempio di un « Franco-Russe » chi avrebbe guidato “una centrale nucleare”. “I franco-africani, sia dell’Africa nera che del Maghreb, hanno capito che questa proposta non prende di mira né gli svedesi né i finlandesi”, scherza Benoît Onambélé, franco-camerunense che lavora in un’organizzazione internazionale a Parigi. Anche il significato della parola “strategico” alimenta preoccupazioni. “Pilotare un aereo, guidare i trasporti pubblici, prendersi cura dei pazienti, non significa avere la vita nelle proprie mani? »si interroga il dottor Djillali Annane, primario del reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Garches (Hauts-de-Seine) e presidente dell’Unione dei medici di terapia intensiva.

Ghassan Rachidi è radiologo a Voiron, nell’Isère. Ha la doppia nazionalità francese e libanese. Arrivò in Francia all’età di 17 anni per studiare medicina. Qui, nel suo studio medico a Voiron (Isère), 27 giugno 2024. “La Francia mi ha dato molto, ma anch’io ho dato molto alla Francia. Ho studiato contemporaneamente a studenti francesi, la maggior parte dei quali è passata al settore privato dopo il tirocinio. Ho scelto il pubblico, con tutte le difficoltà che questo comporta, e non me ne pento. » SOPHIE RODRIGUEZ PER “IL MONDO”

Ognuno ha il proprio rapporto con la binazionalità. Alcuni non ci avevano mai pensato davvero, come le quattro figlie di Ghassan Rachidi, dicono questo Radiologo franco-libanese con sede a Voiron (Isère), arrivato in Francia per i suoi studi. Ma per lui, chi lo è “100% francese e 100% libanese e persino 200% francese”l’impressione di essere messo in discussione il suo attaccamento alla Francia è tanto più difficile da sopportare in quanto ha deciso di diventare francese attraverso il matrimonio, da adulto.

“Come possiamo dire a qualcuno che ha scelto la Francia, che ne ha adottato i valori, spesso prima ancora di arrivare, che non è abbastanza francese? Questo non ha alcun senso… “si chiede anche Ghada Hatem, ostetrica-ginecologa franco-libanese e fondatrice della Maison des femmes de Saint-Denis (Seine-Saint-Denis).

“Questo dibattito è un po’ assurdo”

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