COLLOQUIO. Finale Stade Toulousain-Bordeaux: “Questa missione sarà la prima in tutti gli anime!” Ugo Mola orgoglioso dei suoi giocatori dopo la vittoria

COLLOQUIO. Finale Stade Toulousain-Bordeaux: “Questa missione sarà la prima in tutti gli anime!” Ugo Mola orgoglioso dei suoi giocatori dopo la vittoria
COLLOQUIO. Finale Stade Toulousain-Bordeaux: “Questa missione sarà la prima in tutti gli anime!” Ugo Mola orgoglioso dei suoi giocatori dopo la vittoria
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l’essenziale
L’allenatore “rossonero” si è rallegrato, venerdì 28 giugno, del grande successo ottenuto dai suoi uomini contro i Girondini (59-3) a Marsiglia, nella finale del campionato francese. 23esimo Brennus e nuova doppietta campionato-Coppa dei Campioni per l’Haut-Garonnais.

Come ti senti stasera?

Il gruppo, questa squadra, questo club, lavora profondamente affinché i giovani possano prosperare in questo sport, il che è incredibile. Ovviamente, questa ricerca di record, di exploit, di essere i primi in tutto, è qualcosa che li spinge. Successivamente, per quanto tu voglia farlo, devi realizzarlo. Ciò che caratterizza ancora una volta questa squadra è che non sono mai stati delusi da ciò che si erano prefissati. Dobbiamo riconoscere che quando si impegnano, raggiungono le loro intenzioni. Ciò che mi piace è il processo, il percorso, il contenuto. E poi, quando il risultato è come quello di stasera, siamo ovviamente felicissimi. Ma forse abbiamo beneficiato di un Bordeaux molto ridotto rispetto alle due precedenti partite giocate in casa, lasciando sicuramente tante energie in queste partite. E noi, alla fine, con una partita nella media la scorsa settimana ma nonostante tutto, segnando qualche meta, siamo riusciti a chiudere una stagione che rimane comunque notevole.

Come vedi la corrispondenza del tuo pacchetto?

Nonostante l’assenza di quattro o cinque giocatori importanti nel nostro gruppo d’attacco, penso che abbiamo avuto una partita molto vincente in attacco. Ovviamente quando siamo dominanti davanti, con le qualità che abbiamo dietro, siamo capaci di giocare bene a rugby. Non sto cercando di spiegare o fingere, ma il contenuto è estremamente importante in tutto ciò che facciamo. Il processo è importante. Il resto, ovviamente quando vince, è piacevole ma le mie preoccupazioni riguardano i contenuti. E oggi erano elettrici nel riscaldamento, erano elettrici da mercoledì sera. Davvero, li sentivo determinati. Dopo, per noi funziona, tanto meglio. Stiamo facendo una stagione battendo i migliori, sia in Coppa dei Campioni che nelle Top 14, quindi cercheremo di assaporarci i prossimi due o tre giorni.

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Come vivi una finale così a bordo campo?

Mi fa piacere vincere. Sia di un punto che di molto. L’unico conforto che abbiamo è che gli ultimi 20 minuti sono un po’ meno stressanti. L’entità del punteggio è forse un po’ sproporzionata rispetto al nostro avversario che, credo, farà parte del panorama preoccupante dei prossimi anni. Ci siamo concentrati molto su noi stessi. La decisione di tagliare i ragazzi per tre settimane, un mese dopo la finale di Coppa dei Campioni, è stata una vera scommessa. C’è stato un lavoro molto ben fatto da parte di tutta la preparazione, di tutti gli allenatori, di tutto lo staff medico, per cercare di arrivare in forma quando conta. La settimana scorsa ero un po’ insoddisfatto del contenuto e della nostra incapacità di terminare la partita poiché ci raggiungeva più velocemente di quanto avevamo fatto noi. E stasera credo che, prendendo il punteggio molto velocemente, abbiamo comunque facilitato il compito.

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Esiste una corrispondenza tra questa generazione e quelle precedenti?

(Sorride) Eccoci al secondo doppio. Per usare i termini del basket e dei nostri giovani cestisti del Tolosa che si ritrovano a draftare nella NBA, siamo a una doppia doppia. Siamo capaci di fare di più? Ti lascerò raccontare te stesso. Ci porremo delle piccole sfide interne e soprattutto ci prenderemo il tempo per recuperare. Cercheremo di approfittarne e poi ovviamente prepareremo il resto perché eravamo già attesi, abbiamo dato un po’ fastidio visto quello che ho sentito qua e là, pensieri sull’arbitraggio non molto sentiti da certi commentatori che sinceramente avrebbero fatto meglio a chiudere la bocca (Pierre Salviac, ndr). Ma oggi siamo soddisfatti solo di una cosa: del percorso che abbiamo fatto e della generazione che è incredibile.

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Antoine Dupont riesce ancora a sorprendervi?

SÌ. Viene contrastato, alto mezzo metro… Mi sorprende, non sempre in senso positivo. Cosa vuoi che ti dica? La cosa fantastica è che, rispetto a quello che ha intrapreso, lo abbiamo chiamato un po’ sporadicamente durante tutta la stagione e ogni volta che è stato con noi è stato davvero il giocatore che è capace di essere nei grandi momenti. Antoine, il suo status non è più da definire. L’ho eliminato 10 minuti prima della fine e spero che Jérôme Daret e Christophe Reigt (Francia VII, ndr) mi ringrazieranno per non averlo ripreso infortunato per le Olimpiadi. Rimango convinto che pochi giocatori abbiano la capacità di cambiare il proprio sport. Non vi elencherò, ma ci sono giocatori che hanno rivoluzionato la loro posizione e il loro sport. E penso che Antoine, nei pochi anni che gli restano, sia capace di rivoluzionare il suo sport. Forse lo lancerò al XIII (sorride).

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Qualche giocatore ti ha bluffato stasera?

Il nostro intero pacchetto forward svolge un ruolo notevole, che consente a parecchi tre quarti di essere più efficienti e pertinenti. Ho amato il ritorno dei nostri giovani giocatori. Joel Merkler, Clément Vergé, Paul Costes, Ange Capuozzo, David Ainu’u e il nostro co-capitano Julien che sta davvero facendo un grande ritorno quindi voglio dirvi che il gruppo ha funzionato ed è stato bravo. Quello che ricordo è che al di là degli avversari, delle rivalità, e so bene che spesso cerchiamo di opporci, c’è che questa generazione vuole lasciare il segno nel suo sport. Comincia bene, stasera comincia ad andare piuttosto male, ma vi dico che manca ancora qualcosa (sorride).

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