DRAGUIGNAN: Diego GIACOMETTI, un viaggio spirituale inaspettato

DRAGUIGNAN: Diego GIACOMETTI, un viaggio spirituale inaspettato
DRAGUIGNAN: Diego GIACOMETTI, un viaggio spirituale inaspettato
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Il Museo delle Belle Arti di Draguignan offre attualmente una mostra molto speciale con una storia incredibile.

Infatti, originaria del sud della Francia, Marguerite Maeght conosce bene la storia di Santa Roselina, i cui miracoli sono famosi in questa regione. Decide allora di chiedergli un nipote (ha già diverse nipoti). Esaudito il suo desiderio, la collezionista e mecenate, sentendosi in debito, ha invitato i suoi amici artisti più stretti ad affrontare il restauro della cappella dedicata al santo, situata ad Arcs-sur-Argens. Giacometti, Chagall, Bazaine e Ubac parteciperanno a questo progetto e daranno a questo edificio una dimensione celestiale.

Il desiderio di Marguerite Maeght è presentato all’MBA di Draguignan fino al 22 settembre.

Estratti dal catalogo della mostra

Diego Giacometti – Un viaggio spirituale inaspettato
di Daniel Marchesseau

Dopo la scomparsa di Alberto Giacometti, Marguerite Maeght ha assicurato del suo fedele affetto Diego, rimasto orfano solitario nella sua confraternita unita. È così che lo associa nel 1970 al restauro della cappella Sainte-Roseline (XI e XVI secolo), nel monastero di Celle-Roubaud, che aveva intrapreso dal 1969, in seguito ad un desiderio personale riguardante la sua famiglia. Gli affidò innanzitutto l’immagine del santo che egli evocò su una placca verticale decorata con sottili bassorilievi in ​​tre registri giustapposti, l’originale in gesso essendo stato fuso per essere fissato su un pilastro a destra della navata dalla cappella: Il miracolo delle rose.

Unica nella produzione di Diego – essenzialmente mobili -, questa iconografia narrativa specchiante si ispira, nel suo trattamento di profilo, agli affreschi romanici naturalmente, ma anche a certi bassorilievi arcaici – due illustrazioni sovrapposte a sinistra che rappresentano i fedeli che ricevono il pane, di fronte all’effigie a destra è rappresentata la santa drappeggiata all’antica, che distribuisce una pioggia di rose provenienti dal grembiule. Ha potuto scoprire questi bassorilievi, come sappiamo, durante il suo viaggio al Cairo negli anni ’20 e poi nelle ricche sale di antichità del Louvre, alla cui reinstallazione lui e suo fratello avevano visitato, firmata dall’archeologo Henri Verne negli anni ’20, trenta, prima di ammirare, nell’ottobre del 1968, i seicento pezzi della donazione De Clercq-Boisgelin, presentati alla Galerie Mollien – aveva perfino conservato una brochure. Margherita ordinò anche le alte porte del reliquiario che custodiva gli occhi del santo. Collocate nella cappella a destra dell’ingresso della navata, le due foglie di bronzo martellato si presentano come le foglie di un messale coevo che si aprono con un bocciolo di rosa. Sul rovescio, il tesoro che conserva questa reliquia emblematica, incorniciato in una scatola d’argento del XVII secolo, presenta sobriamente due nudi rilievi in ​​bronzo patinato.

La preziosa montatura da orafo, invece, al centro dell’ostensorio, magnifica la reliquia custodita su una base smaltata in vermeil commissionata nel 1883 da Mons. Terris, vescovo di Fréjus, all’orafo lionese Armand Caillat. Per completare questo insieme, Diego progettò per la cappella un imponente leggio in bronzo con motivi vegetali, L’Albero della Saggezza, destinato a rispondere ai resti mummificati del santo in cera e osso, presentati in una teca di vetro. Questo disegno scultoreo sarà presto disponibile in tavolini e altre basi di consolle… Allo stesso tempo, Marc Chagall aveva realizzato per questa cappella il mirabile Pasto degli Angeli, un mosaico alto (6×3 m) molto cromaticamente luminoso, completato nel 1974 da Michel Tharin che, forte di questa esperienza, completerà presto il monumentale mosaico a forma di scatola, Le Quattro Stagioni, commissionato a Chagall per la città di Chicago – un tour de force di 21×4 m.

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