“Ci sono caduto come un turbine”: tre uomini e due donne processati per traffico di gattini a Pau

“Ci sono caduto come un turbine”: tre uomini e due donne processati per traffico di gattini a Pau
“Ci sono caduto come un turbine”: tre uomini e due donne processati per traffico di gattini a Pau
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Tre anni dopo, cinque persone di Pau, tre uomini e due donne di età compresa tra 36 e 57 anni, affrontano il tribunale. C’è “il cervello”, “il partner”, “il trasportatore” e le due “logistiche”.

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L’indagine è iniziata a seguito di una segnalazione della SPA, allertata nel luglio 2020 di “transazioni” sospette di gattini tramite annunci online.

Diversi acquirenti si sono lamentati delle condizioni di vendita e, soprattutto, dello stato di salute degli animali, alcuni dei quali sono morti pochi giorni dopo l’acquisto.

187 annunci, 280 gattini venduti

I gendarmi esamineranno complessivamente 187 annunci e la vendita di 280 gattini e riusciranno a rintracciare questo settore “strutturato”. Il capo della rete è già noto ai tribunali. Era stato condannato nel 2015 per un “business” simile avviato dal suo socio dell’epoca.

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Specializzata in gattini “incrociati”, la “combine”, sviluppata dal 2019, consiste nel recuperare piccoli gatti, il più delle volte provenienti da allevamenti o da privati, per niente o poco e rivenderli a buon prezzo.

Per rassicurare gli acquirenti viene evidenziato un numero Siret, prelevato da societe.com e corrispondente ad un allevamento professionista. La transazione avviene sempre in contanti, nel parcheggio di un supermercato o in un’area di sosta autostradale.

Nessun servizio post-vendita

Poi, la linea telefonica “effimera” del venditore viene tagliata per “non preoccuparsi del servizio post-vendita” riconosce il mandante del traffico.

La vicenda avrebbe fruttato quasi 73mila euro, sufficienti a integrare il reddito di questo padre, nonostante sia un lavoratore dipendente. Il cinquantenne confessa di essere “caduto” nel traffico di gattini come “una specie di tromba d’aria”.

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Un “turismo” redditizio per il quale recluta bracci destri incaricati del trasporto delle “merci”. Innanzitutto un “amico di 30 anni” in “difficoltà finanziarie” che verrà “espulso” a favore di un collega trentenne. Il primo si metterà poi in proprio con l’aiuto di un vicino e poi della sua compagna, le manine incaricate dell’affissione degli annunci.

I gattini non sempre vengono svezzati

Al bar questo giovedì, la piccola banda “si rammarica” e “presuppone”. Ma esprime poca compassione per la lunga lista di acquirenti truffati.

Tra le parti civili ci sono anche i professionisti i cui allevamenti sono stati inconsapevolmente associati alla truffa. All’udienza è presente uno solo.

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Questo competitivo specialista del “siamese e dell’orientale”, originario della Seine-et-Marne, non apprezza questa “concorrenza sleale” e questa disonestà che ignora le normative. I gattini, senza chip, venivano venduti senza certificato veterinario e talvolta anche non svezzati, per un prezzo compreso tra 200 e 500 euro.

Decisione il 5 settembre

In difesa, i cinque avvocati si alternano per attenuare l’aspetto “professionale” della truffa che presentano come “elementare” e “poco intelligente”.

“Non lo farò più” promette il mandante della banda, giudicato recidivo. “Prima di tutto perché è difficile da fare… e poi è illegale.” Tanto da far sobbalzare la presidente Myriam Dasté. “Preferirei il contrario!” » ha reagito il magistrato.

Il tribunale si è riservato la decisione fino al 5 settembre.

Previsto fino a un anno di reclusione contro il mandante della tratta

È stata chiesta la pena detentiva nei confronti dell’imputato principale, “la mente” della tratta, già condannato per fatti simili. Il sostituto procuratore Marie Hirigoyen richiede quindi 2 anni, metà dei quali accompagnati da una sospensione probatoria, una multa di 2.000 euro e l’interdizione dall’amministrazione. Per i suoi due successivi bracci destri è previsto un anno di carcere con periodo di prova sospeso e una multa di 1.000 euro. Per le manine, il cui ruolo resta molto “secondario”, il viceprocuratore prevede 90 giorni di multa di 10 euro per l’uno e 105 ore di servizio sociale per l’altro.

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