Parigi, Berlino e Londra, legate a Washington, sono all'origine di un testo critico nei confronti del programma nucleare di Teheran, presentato durante un incontro a Vienna, in Austria, presso la sede dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), riferisce ilAFP. Il testo è stato approvato giovedì 21 novembre 2024 da 19 dei 35 Stati membri del Consiglio dei governatori dell'AIEA, suscitando le ire dell'Iran, che ha annunciato per ritorsione la messa in servizio di “nuove centrifughe avanzate” per il suo programma nucleare.
Tuttavia, l'Iran ha appena annunciato che venerdì 29 novembre si svolgeranno dei colloqui con i tre paesi europei. Il luogo esatto di queste discussioni non è stato specificato.
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Si discute della questione palestinese
Oltre a questo dossier, l’Iran discuterà della situazione regionale e internazionale con Francia, Germania e Regno Unito, “comprese le questioni della Palestina e del Libano”ha affermato domenica 24 novembre in un comunicato stampa il portavoce della diplomazia iraniana, Esmaïl Baghaï. L'Iran è un forte sostenitore di Hezbollah in Libano e di Hamas a Gaza, due movimenti islamici in guerra con Israele, nemico giurato di Teheran dall'avvento della Repubblica islamica nel 1979.
Teheran difende il diritto all'energia nucleare per scopi civili, in particolare energetici, ma nega di voler dotarsi della bomba atomica, cosa sospettata dai paesi occidentali.
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Eliminare “dubbi e ambiguità”
Nel 2015 l’Iran ha concluso a Vienna un accordo con Francia, Germania, Regno Unito, Cina, Russia e Stati Uniti per regolamentare il proprio programma nucleare. In cambio, il testo prevedeva una riduzione delle sanzioni internazionali contro Teheran. Ma nel 2018, Donald Trump, allora presidente degli Stati Uniti, ha ritirato unilateralmente il suo Paese dall’accordo – al quale Teheran si è attenuto, secondo l’AIEA – e ha ripristinato pesanti sanzioni contro l’Iran.
Per ritorsione, Teheran ha aumentato significativamente le sue riserve di materiali arricchiti e ha innalzato la soglia al 60%, vicino al 90% necessario per realizzare un'arma atomica, secondo la definizione dell'AIEA. L’accordo sul nucleare, ormai un guscio vuoto che i negoziati non sono riusciti a far rivivere e che scadrà nell’ottobre 2025, ha fissato questo tasso al 3,67%.
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Il presidente iraniano Massoud Pezeshkian, al potere da luglio e sostenitore del dialogo con i paesi occidentali, ha affermato di voler sollevare “dubbi e ambiguità” sul programma nucleare del suo paese. L’Iran ritiene quindi di aver dimostrato “buona volontà” invitando la settimana scorsa il capo dell'AIEA, Rafael Grossi, a visitare i siti nucleari di Natanz e Fordo, nel centro del paese.