Dalla Festa Nazionale alla Confederazione | Realizza il “ponte”, con o senza “trattino”

-

Da una vacanza all’altra, la fine di giugno ci offre l’opportunità di riflettere, in rapida successione, sul nostro Quebec e sul nostro rapporto con il Canada. Dalle 24 all’1È, si susseguono due rituali collettivi. Nel pubblico come nel privato, nella complementarità o nel conflitto, ognuno trova qualcosa con cui alimentare la propria ambivalenza identitaria.


Inserito alle 1:40

Aggiornato alle 6:00



Patrizio Taillon

Professore presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Laval

Se ciascuno vive questo “federalismo festivo” in modo molto personale, i nostri governi sembrano più che mai convergere verso l’unilateralismo.

Gli enti federali e federati, che dovrebbero comportarsi come partner, si rifugiano sempre più in azioni unilaterali. Ogni governo fa quello che vuole, indipendentemente dalle ripercussioni delle sue azioni sugli altri partner della federazione. Più passa il tempo, più il Canada oggi somiglia ad una federazione senza trattino.

Poche mani tese

L’unilateralismo si impone per primo a Ottawa. Nel menu dell’ultimo bilancio: costruzione di alloggi sociali, creazione di asili nido, programma di alimentazione scolastica, anche Hydro-Québec è ora soggetta a un nuovo obbligo di rendicontare annualmente l’impatto di un credito d’imposta federale sulle sue attività. All’interno del governo Trudeau, l’indifferenza o la sfiducia nei confronti delle province è tale che si preferisce utilizzare una compagnia assicurativa, Canada Life, per privatizzare la gestione del programma di cure odontoiatriche piuttosto che cooperare con i governi provinciali che, però, hanno già le competenze operative know-how richiesto in queste materie.

FOTO CHRISTINNE MUSCHI, ARCHIVIO STAMPA CANADESE

Il leader del partito conservatore, Pierre Poilievre, la settimana scorsa a Montreal

Il futuro governo, rappresentato dall’opposizione ufficiale, offre poche altre prospettive di dialogo. Il Partito conservatore canadese si prepara ad essere eletto senza la minima promessa né la minima mano tesa verso le tradizionali rivendicazioni del Quebec.

Per Pierre Poilievre, gli abitanti del Quebec sono individui come tutti gli altri; non è necessario impegnarsi in un dialogo paritario o nazionale con i rappresentanti eletti dell’Assemblea nazionale.

Nelle praterie, l’unilateralismo è al centro della strategia adottata dai governi di Danielle Smith, in Alberta, e Scott Moe, in Saskatchewan. Queste province coltivano la loro autonomia in uno spirito di sfiducia – senza precedenti – nei confronti del governo federale.

In Alberta, il referendum sulla perequazione del 2021 e il Legge sulla sovranità del 2022 è stato recentemente aggiunto il disegno di legge 18, in cui la provincia si ispira al Quebec per aumentare il proprio controllo sugli accordi conclusi da città, università e altre organizzazioni pubbliche con il governo federale. L’intenzione di ritirarsi dal piano pensionistico canadese si ispira anche alla rivoluzione silenziosa del Quebec. A ciò si aggiunge la risoluzione che suggerisce ai fornitori di elettricità della provincia di ignorare il più possibile le norme federali sull’elettricità “pulita”.

FOTO JASON FRANSON, ARCHIVIO STAMPA CANADESE

La premier dell’Alberta Danielle Smith

Il Saskatchewan non è escluso Saskatchewan Primo Atto. Da gennaio, nel dossier carbon tax, una legge vieta alla società della Corona SaskEnergy di pagare le carbon tax all’Agenzia delle Entrate canadese.

Un’idea che sta prendendo piede

In Quebec, il ricordo dei numerosi fallimenti dei negoziati multilaterali influenza ancora oggi il CAQ e i liberali. Il mandato del comitato Proulx-Rousseau sull’autonomia, di cui François Legault aveva annunciato la creazione all’inizio di questo mese, punta al ricorso a soluzioni unilaterali. Ispirato dalle recenti modifiche al Legge costituzionale del 1867 per abolire il giuramento al re e stabilire che il Quebec costituisce una nazione francofona, il governo del Quebec cerca di sfruttare il più possibile la parte di autonomia costituzionale che può esercitare, senza dover cercare l’accordo del resto del Canada.

L’idea di dare al Quebec una propria Costituzione attira sempre più consensi. Mentre si spegne lentamente la speranza di rinnovare profondamente la Costituzione comune all’intera federazione, si fa strada quella di codificare unilateralmente le regole fondamentali dello Stato del Quebec.

Dal rapporto Pratte-Cadet pubblicato lo scorso autunno al prossimo rapporto Proulx-Rousseau, la visione del federalismo del Quebec non sembra più basarsi sulla negoziazione all’interno di questa federazione.

Anche i sovranisti del Quebec fanno parte di questa tendenza all’unilateralismo. Né il Parti Québécois né il Québec solidaire hanno la minima idea della natura dei legami e delle relazioni da negoziare con il resto del Canada all’indomani di un possibile referendum. La partnership o associazione è scomparsa da molti anni…

“Convivenza” senza entusiasmo

Di fronte al fallimento del federalismo cooperativo e al declino del sovranismo associativo, trionfa l’unilateralismo. Non sarà il clientelismo comunitario di Justin Trudeau o l’individualismo iperlibertario di Pierre Poilievre a invertire questa dinamica. Non è Brian Mulroney che lo vuole!

Senza alcuna reale riflessione sulla natura di questa unione o sulle comunità politiche che intende federare, la federazione canadese assume sempre più l’aspetto di una “coabitazione”, senza entusiasmo, dove ogni livello di governo esprime la propria politica, senza una reale cooperazione con altri.

Certamente, questa incapacità di pensare politicamente le relazioni Quebec-Canada non impedirà a ciascuno di noi di sperimentare, a modo suo, questo “federalismo dei giorni festivi” che, ogni anno, scandisce la fine delle lezioni, dei traslochi e, più in generale, l’inizio dell’estate!

Ma, in Canada come ovunque, i problemi irrisolti tendono a diventare più seri. Se l’unilateralismo è essenziale per scuotere il federalismo statico, a lungo termine il Quebec non può ignorare un dialogo reale e negoziati reali con i suoi vicini e con i partner del Canada.

Cosa ne pensi ? Partecipa al dialogo

-

PREV Squadra francese: “Non mi rende necessariamente felice”… Un sostituto grida a Deschamps in pubblico!
NEXT A Epinal un nuovo centro di smistamento si occupa della plastica non differenziabile