Dal bretone in Google Translate: “Un riconoscimento superbo”

Dal bretone in Google Translate: “Un riconoscimento superbo”
Dal bretone in Google Translate: “Un riconoscimento superbo”
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“Che superbo riconoscimento per la lingua bretone, e per di più sul traduttore più utilizzato al mondo, una sorta di Everest, un Santo Graal di visibilità. Questa è una notizia meravigliosa”. Presidente dell’associazione Quimper. bzh, David Lesvenan non si è tirato indietro dal suo piacere, giovedì 27 giugno, commentando l’annuncio fatto da Google dell’arrivo del bretone nel suo software di traduzione. Quattro mesi prima, quest’ultimo deplorava nella stessa sede l’assenza del bretone tra i principali traduttori presenti sul web, a parte alcuni strumenti come quelli messi a disposizione dall’Ufficio Pubblico della Lingua Bretone.

Il frutto del lavoro di un’intera comunità

Per rimediare a questa situazione, l’associazione ha appena creato il fondo di dotazione Digital Brittany, con un primo passo consistente nella raccolta di dati con l’obiettivo di alimentare l’intelligenza artificiale. Durante un primo datathon sono stati identificati più di un centinaio di contributori online. Un altro ne seguirà all’inizio dell’anno scolastico, a Brest.

All’epoca, però, i membri dell’associazione sapevano che Google era interessata alla lingua bretone. “Eravamo collegati perché sapevamo di soddisfare determinati criteri, come la connessione online, le reti universitarie, la fondazione… Tutto il lavoro svolto dalla comunità sulla visibilità del bretone, infatti”, spiega Mélanie Jouitteau, ricercatrice del CNRS , che coordina l’azione svolta dall’associazione. Con questa nuova funzionalità il nostro lavoro sarà lo stesso, sarà solo più semplice. Il bretone in Google Translate aprirà gli spazi linguistici attraverso la tecnologia digitale senza escludere le persone. È un sollievo incredibile”.

Ancora troppi errori

La ricercatrice mostra la traduzione di un testo bretone degli anni ’50. In rosso ha sottolineato gli errori, questi errori “imperdonabili”, come ripete, che ingannano sul significato di una parola o di una frase. Ancora troppi. “Il lavoro è buono, ma ci sono grossi errori nel mezzo”.

Ed è proprio questo il senso del lavoro svolto dal fondo di dotazione di Quimper. “Faremo in modo che le traduzioni proposte vengano migliorate proponendo correzioni ed emendamenti”, prosegue il presidente. E poi faremo in modo che Breton sia integrato su altre piattaforme, come quelle di Microsoft per esempio. Ci sono altre vette da raggiungere”.

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