Omicidio a Port-Gruissan: accoltellato, la vittima è annegata

Omicidio a Port-Gruissan: accoltellato, la vittima è annegata
Omicidio a Port-Gruissan: accoltellato, la vittima è annegata
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Da martedì 25 giugno, la Corte d’Assise dell’Aude esamina l’omicidio premeditato di Franck Tamba, il cui corpo è stato ritrovato nel porto il 5 luglio 2018. Sul banco degli imputati, il cittadino belga Patrick Gérard. questo secondo giorno di udienza.

Di fronte alla mancanza di testimoni, la Corte, presieduta da Sylvie Gossent, ha cercato, durante questa seconda giornata di udienza, di ricercare nelle perizie mediche ciò che è accaduto la notte del 5 luglio 2018 a Port-Gruissan.

Le perizie forensi: un’origine multifattoriale

Il corpo della vittima, Franck Tamba, 54 anni, è stato ritrovato galleggiare nelle acque del porto, vicino alla barca gestita da Patrick Gérard. Portava i segni di 9 ferite da coltello, 2 delle quali coinvolte nella causa della morte. L’esame del medico legale, confermato dalle tracce di sangue, rivela che Franck Tamba è riuscito a spostarsi sul pontile, per poi raggiungere la banchina, da dove è caduto in acqua. La causa della morte è stata accertata come multifattoriale: l’emorragia ha provocato un calo dello stato di coscienza, associato ad un tasso alcolemico molto elevato (3 g di alcol per litro di sangue), tutti fattori che hanno portato alla caduta nell’acqua.

“Se fosse stato curato rapidamente, sarebbe potuto sopravvivere?” noi chiediamo. “Molto probabilmente, risponde il medico legale. Non stiamo parlando di un’emorragia massiva, ma di una perdita di sangue moderata ma continua”. Quindi quando cade, è vivo. L’analisi del dosaggio di stronzio nel sangue della vittima da parte di un tossicologo tende a supportare la diagnosi di annegamento. Interrogato dal M° Montfort in difesa sulle cause della morte, il medico legale precisa: “Le ferite hanno causato una perdita di sangue che, unita al livello di alcol, ha alterato lo stato di coscienza, contribuendo alla caduta”.

Non so niente da dirti

Patrick Gérard, interrogato a lungo, si rifugia ancora una volta dietro la perdita della memoria. Durante la notte anche il suo tasso alcolico era molto elevato, intorno ai 2,6 g di alcol per litro di sangue. Un tossicologo aveva precedentemente confermato che l’alcol danneggia la memoria e che oltre la soglia dei 2g/l è possibile il blackout o il buco nero.

Ora se non ricorda nulla del processo, d’altra parte, il giorno dopo nelle sue dichiarazioni alla gendarmeria, aveva descritto il suo programma del giorno prima della tragedia, il 4 luglio: “Verso le 13,30 gli inquilini della casa del mio compagno a Floure sono arrivati ​​a Gruissan, sono saliti sulla barca. Erano in 4, abbiamo fatto uno spuntino, poi siamo andati al Perle Gruissanaise, dove hanno mangiato gamberetti di fronte al mare. Avevamo una brocca di vino bianco. Sulla barca abbiamo bevuto 3 bottiglie di rosé in 5. Poi se ne sono andati e io sono andato al bar Sextant dove ho incontrato Franck Tamba. Lo conosco dai mercati. Ho bevuto con lui e poi siamo tornati tutti e due sulla barca. Abbiamo bevuto altro vino, 2 bottiglie. Avevo un buco finché non sei venuto a prendermi. Non riesco a ricordare cosa sia successo. Non capisco perché nessuno sia intervenuto quando c’è gente che passa in continuazione”.

Un giudice assessore ricorda che durante la custodia di polizia Patrick Gérard è stato visitato da un medico e che le sue ferite sono lievi rispetto a quelle gravi della vittima. “Pensa che il confronto dei segni sui due corpi corrisponda ad una scena di lotta con colpi reciproci. Avevate intenzione di uccidere?” lei chiede. “Nonrisponde l’imputato. È incomprensibile. Mai della mia vita”.

Nonostante i molteplici tentativi di trovare una spiegazione, l’imputato risponde invariabilmente: “Non posso dirti niente”, che stanca il pubblico. Il presidente sbottò: “Spiegatecelo, cerchiamo di capire, per rispetto a quest’uomo!” Evidentemente la seconda giornata di questo processo che si concluderà venerdì non avrà portato gli sperati elementi di verità.

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