L’IHU di Montpellier lancia un appello a Céline Dion: “con 10 milioni di euro, in due anni sarà pronta una medicina”

L’IHU di Montpellier lancia un appello a Céline Dion: “con 10 milioni di euro, in due anni sarà pronta una medicina”
L’IHU di Montpellier lancia un appello a Céline Dion: “con 10 milioni di euro, in due anni sarà pronta una medicina”
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Nel documentario “Io sono: Celine Dion” uscito questa settimana su Prime Video, vediamo il cantante colpito da un violento attacco di spasmi muscolari. Ha la sindrome della persona rigida, un disturbo neurologico che potrebbe essere di origine autoimmune. L’IHU di Montpellier Immun4cure lfa una chiamata a Celine Dion : “Se oggi qualcuno viene da me con 10 milioni di euro e mi dice fatemi una biomedicina, lo faccio” dice il direttore dell’istituto ospedaliero universitario Christian Jorgensen.

L’insegnante ha già stato in contatto l’anno scorso con le squadre della stella : “La cosa non si è concretizzata, è stato comunque molto complicato convincerla a venire a Montpellier. L’entourage delle star è sempre un po’ strano, un po’ vago, poco concreto: “potete incontrarla, ma in tali condizioni, ecc.”, queste non sono necessariamente persone a cui possiamo proporre un piano di sviluppo scientifico, quindi non credo che Céline Dion stessa avesse una proposta concreta del genere, ma forse con la stampa potrà arrivarle. “

“Non è affatto uno scherzo.”

La proposta quindi è quella di finanziare la ricerca. Perché oggi le squadre IHU lo sono “mobilitato al 200% su tre malattie: lupus, poliartrite e sclerodermia”. E la sindrome della persona rigida colpisce solo pochi pazienti al mondo “50 al massimo in Francia, è un mercato che non interessa a nessuno” spiega Christian Jorgensen. Solo che il denaro è il nocciolo della questione per la ricerca medica. Lo afferma il direttore dell’IHU l’istituto ha tutte le competenze necessarie : “Possiamo prendere di mira e distruggere le cellule immunitarie che producono gli anticorpi che si rivolgono contro il corpo stesso. Oggi lo facciamo per curare la poliartrite e il lupus, sappiamo come farlo”.

Solo che oggi l’IHU non ha i mezzi per mobilitare intere équipe solo per pochi pazienti. Da qui questo appello lanciato al cantante: “prima darebbe un impulso alla ricerca per la piccola comunità delle malattie rare e poi in tempi brevi potremmo offrirle una soluzione mirata. Penso che per lei 10 milioni di euro non siano tanti, e non è affatto uno scherzo, se arriva qualcuno con 10 milioni di euro per sviluppare una biomedicina, tra due anni saranno pronti.” afferma il medico, il quale precisa però che il successo non è garantito al 100%. “Mettiamo al lavoro quattro ingegneri, mettiamo a disposizione le nostre piattaforme, forniamo i modelli che funzionano bene per verificarne il funzionamento ed effettuiamo le sperimentazioni cliniche presso l’ospedale universitario di Montpellier.”

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