Azione pubblica e ambiente: priorità all’efficienza

Azione pubblica e ambiente: priorità all’efficienza
Azione pubblica e ambiente: priorità all’efficienza
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Senza precedenti, incerta e per molti aspetti vertiginosa, la sequenza politica apertasi dopo lo scioglimento dell’Assemblea nazionale pone, come ogni campagna elettorale, la questione del volontarismo politico al centro del dibattito pubblico. E, con la sua serie di promesse più o meno barocche, quella sul posto e sul ruolo dello Stato: se avremo bisogno di più o meno immigrazione, più o meno tasse, più o meno poliziotti, insegnanti, ecc. ? Mentre la questione ecologica è praticamente scomparsa dall’agenda mediatica, la tentazione è grande, sia per il governo che per i candidati legislativi, di promettere montagne e meraviglie. Anche se significa liberarsi dal principio più elementare della realtà.

Quando l’interventismo statale è controproducente

Niente di nuovo sotto il sole della Quinta Repubblica. Un più forte alla fine plausibile del regno di una squadra di governo che avrà, come poco prima, elevato al rango di arte questa mania molto francese di intromettersi nello Stato dove non ha nulla a che fare, scaricandolo dalle sue responsabilità dove, al contrario, il potere pubblico è legittimamente atteso. La questione del clima, dell’ambiente e della tutela della biodiversità non fa eccezione a questa tradizione. E fornisce, lungi da semplicistici processi di incompetenza o collusione, la sua quota di casi recenti in cui l’interventismo sfrenato dello Stato si è scontrato con il muro della realtà. Piuttosto violentemente.

Gli esempi sono, purtroppo, legioni. Da qui la diffusione anarchica delle turbine eoliche, che deturpano i nostri paesaggi senza migliorare le prestazioni della nostra rete elettrica. La chiusura della centrale elettrica di Fessenheim: una vera aberrazione ecologica. A partire dalla messa al bando, brutale e non concertata con i nostri partner europei, dei neonicotinoidi nell’Isère, senza ovviamente dare al settore della barbabietola il tempo di adattarsi. Tassazione eccessiva imposta al nostro settore del legname, che contravviene agli obiettivi di promozione delle foreste francesi per raggiungere i nostri obiettivi climatici. O ancora, la tutela degli animali in via di estinzione – e in questo caso non di animali qualunque: le orche.

Orche a Marineland Antibes: il governo annaspa

Su iniziativa della legge del 30 novembre 2021 che vieta, dal 2026, la detenzione e la riproduzione in cattività dei cetacei, i membri del nostro attuale governo sono anche quelli di una generazione nutrita artificialmente con film Sauvez Willy. Lo spirito della legge non può essere contestato. Ma la sua attuazione si scontra con un imbroglio politico-amministrativo dal quale lo Stato avrebbe senza dubbio fatto bene a tenersi alla larga. Al Marineland di Antibes, due orche aspettano ora che il loro destino venga deciso. Allora il legislatore ha deciso: molto bene, ma perché lo Stato dovrebbe interferire nel futuro dei due cetacei?

Trasferimento di orche in un altro delfinario o creazione di costosi “santuari marini” con un modello economico impossibile e che probabilmente impiegherebbero anni per vedere la luce? Come intrappolata nel suo stesso volontarismo, la Segreteria di Stato per la Biodiversità moltiplica dichiarazioni contraddittorie. Senza particolari competenze, lo Stato interviene dove non ha nulla da fare e corre il rischio di prendere decisioni in modo aleatorio. Anche se ciò significa sprecare denaro pubblico e fare più male che bene alla popolazione delle orche in generale. Questi ultimi trarrebbero vantaggio, ad esempio, molto di più da una migliore raccolta della plastica o dallo sviluppo degli allevamenti ittici che dalla concentrazione del denaro pubblico su due individui.

Rifiuti domestici: lo Stato non ha abbonati

Al contrario, cosa fanno i nostri leader quando si tratta di affrontare le questioni ambientali che, questa volta, sono effettivamente di loro responsabilità? Perché dobbiamo aspettare fino a quando gli enti locali portano lo Stato in tribunale per “inerzia ambientale” affinché venga attuata la legge sulla riduzione dei rifiuti domestici? Certamente, per alcuni ministri, frugare nella spazzatura francese è indubbiamente meno gratificante per i media che pretendere di salvare ancora una volta Willy.

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