Riccioli di sole: cos’è questo fenomeno raro e spettacolare catturato da un uomo di Nîmes?

Riccioli di sole: cos’è questo fenomeno raro e spettacolare catturato da un uomo di Nîmes?
Riccioli di sole: cos’è questo fenomeno raro e spettacolare catturato da un uomo di Nîmes?
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Philippe Tosi, relatore al planetario di Nîmes, ha condiviso una foto impressionante della stella solare.

È un fenomeno spettacolare quello che Philippe Tosi, relatore al planetario di Nîmes, ha potuto registrare questo lunedì 24 giugno, con magnifici anelli magnetici solari, ancora visibili questo martedì e che segnano l’attuale intensa attività del sole.

Un’attività legata allo spostamento della polarità del sole

“Sulla superficie del sole ci sono, come sulla superficie della Terra, molti campi magnetici. Hai un punto positivo e un punto negativo”, tenta di semplificare Philippe Tosi, aggiungendo che “le linee magnetiche andranno così dal “+” al “-“, formando degli anelli che noi non vediamo, tranne di tanto in tanto, quando l’idrogeno segue queste linee magnetiche. E a seconda degli incidenti di superficie, che sono legati a macchie solari, avremo queste spire magnetiche che compaiono quando il gas si accende.

Anse magnetiche legate allo spostamento della polarità del Sole. Perché questa grande palla di gas che è il Sole, una stella tra i miliardi di stelle del nostro sistema solare, ha un proprio ciclo di attività: ogni 11 anni, “il grande polo magnetico del sole, cioè il Polo Nord, si trasformerà nel Polo Sud, prima di ritornare al Polo Nord dopo 22 anni. Questo spostamento decennale creerà molta attività, è così vale a dire eruzioni, spire magnetiche, grandi macchie e talvolta, come abbiamo visto un mese fa, aurore boreali visibili fino alla Francia. spiega Philippe Tosi. Attualmente il Sole ha quasi finito di inclinarsi. Ma l’attività solare massima è prevista per il prossimo anno, nel 2025. Seguiranno tre-quattro anni di attività in declino. Prima di una relativa calma per cinque-sei anni e di una ripresa dell’agitazione per avviare un nuovo turno.

Una temperatura di 4.500°K

Per poter osservare e catturare questi fenomeni è stato utilizzato uno speciale rifrattore da 204 mm H-alfa F/11.25 + filtro H-alfa. Perché guardare la stella non va preso alla leggera: “Bisogna fare molta attenzione quando si osserva il sole, è molto pericoloso, c’è il rischio di perdere la vista bruciando la retina”, ricorda il conduttore del planetario, precisandolo “il telescopio utilizzato è dotato di filtri speciali che ci permetteranno di vedere solo la luce emessa da queste correnti magnetiche. Lì siamo in una zona chiamata cromosfera, tra i 4 e i 5.000 km sopra la fotosfera, che è la parte del sole che ci manda luce”. Questi giganteschi getti di idrogeno fuso si trovano quindi ad una temperatura di circa… 4.500°K!

Nella foto, però, ha aggiunto il conduttore del planetario “la Terra in scala, per mostrare l’entità dei fenomeni…” Il tutto per un risultato spettacolare, che è stato votato “foto del giorno” dalla pagina Facebook americana Solar Activity.

Per seguire il lavoro di Philippe Tosi andate su photoastro.com (stesso nome su Facebook). Su Instagram: astrotozzi

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