Un primo progetto di mini reattore nucleare in Francia

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Lo zuccherificio Crystal Union a Bazancourt (Marna), 3 dicembre 2014. FRANCOIS NASCIMBENI/AFP

I mini reattori nucleari potrebbero vedere la luce in Francia. Ma non necessariamente per immettere elettricità nella rete, missione già compiuta dai cinquanta grandi reattori del gruppo pubblico EDF, che intende anche costruirne altri.

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Come altre start-up, Jimmy Energy è più interessata a un nuovo mercato. Se questa piccola azienda parigina vuole progettare un modello in scala, è proprio per fornire calore a basse emissioni di carbonio, in corto circuito.

I suoi potenziali clienti: fabbriche che finora consumavano gas per i loro processi industriali, uno dei combustibili fossili responsabili del cambiamento climatico. La società sostiene a “una soluzione che risponde alle sfide della decarbonizzazione”sottolineando che il settore industriale genera ogni anno quasi un quinto delle emissioni totali di gas serra in Francia.

Decarbonizzare come priorità

Questa azienda di una settantina di dipendenti deve il suo nome a un personaggio dei cartoni animati, Jimmy Neutron. Più seriamente, è la prima, in Francia, ad aver annunciato, il 29 aprile, a quasi tre anni e mezzo dalla sua creazione, la presentazione di una richiesta di autorizzazione alla creazione di un progetto commerciale SMR – acronimo inglese per “piccolo reattore modulare” ”. Richiesta pervenuta il 3 maggio al Ministero della Transizione Ecologica.

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Dopo un sondaggio, il responsabile del progetto avanza l’ipotesi di un primo SMR a Bazancourt (Marna), una cittadina di circa 2.000 abitanti. Ciò comporterebbe la fornitura di calore a una fabbrica della Cristal Union. La distilleria del gruppo agroindustriale è già classificata Seveso “a soglia alta”, per rischio di incidenti rilevanti. Produce alcol per cosmetici, liquori o anche per aziende farmaceutiche o chimiche. Questo sito industriale deve essere decarbonizzato in via prioritaria, secondo il governo: è, nel Paese, tra i cinquanta maggiori emettitori di anidride carbonica.

Cristal Union questo esploratore “tutte le strade possibili”compreso l’atomo. “Nessun accordo è stato firmato” per il momento, temperare il gruppo. Oggi utilizza il gas per la maggior parte del suo fabbisogno di vapore. Utilizza anche la biomassa, un’energia rinnovabile.

Una data ancora molto ipotetica

La cosiddetta tecnologia “HTR”, quella del reattore ad alta temperatura, può arrivare fino a 450°C. “Questa tecnologia esiste già”, dichiara il cofondatore di “Jimmy”, Antoine Guyot, citando esperienze in Cina e Giappone. Il trentenne politecnico non era predestinato al nucleare. Non più della sua compagna, Mathilde Grivet, che lavorava all’HEC. Fino ad allora i due lavoravano come consulenti presso una società di consulenza specializzata in elaborazione dati, la Eleven Strategy. Li vede come portavoce dell’associazione antinucleare Robin Hood, Jacky Bonnemains “cacciatori d’occasioni”.

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