È un vero e proprio affronto quello che il regime algerino ha appena subito in seguito alla decisione di liberare Aksel Bellabaci, esponente di spicco del Movimento per l’Autonomia Kabily (MAK-Anavad), dopo una notte di fermo nei locali della polizia francese.
Aksel Bellabaci, presidente della Federcalcio della Cabilia e attivista pacifista della causa Cabilia MAK-Anavad, vive da molti anni in Francia. Ha chiesto all’UNHCR lo status di rifugiato politico.
Secondo le informazioni di cui dispongono i servizi segreti maghrebini, il capo del MAK è stato accolto all’uscita dalla sede della polizia dal presidente del MAK, Ferhat Mehenni, e da diverse decine di alti dirigenti e attivisti del movimento in Francia.
La custodia di Aksen Bellabaci è avvenuta a seguito di un mandato d’arresto internazionale emesso nei suoi confronti dall’Algeria, in relazione alla vicenda degli incendi boschivi del 2021, che costarono la vita a diverse centinaia di persone in Cabilia.
Il regime algerino aveva allora accusato sia il MAK, sia Israele che il Marocco di essere responsabili dei violenti incendi che avevano devastato la Cabilia per molte settimane. Ciò ha giustificato la classificazione del MAK come organizzazione terroristica e il lancio di un’ondata di repressione senza precedenti, culminata con l’imposizione di 53 condanne a morte.
Il MAK, che da 3 anni chiede un’indagine internazionale su questi incendi, ha convocato un raduno dei suoi attivisti nel pomeriggio davanti al Tribunale di Parigi.
E questo episodio costituisce l’ennesima umiliazione per il generale dei servizi segreti esteri algerini (DDSE) e il suo capo, il maggiore generale Djebbar M’henna, per il quale non si tratta della prima delusione nella gestione del dossier Cabilia che incontra molte difficoltà con. per risolvere.
