Quanto vale La Vestale all’Opera di Parigi?

Quanto vale La Vestale all’Opera di Parigi?
Quanto vale La Vestale all’Opera di Parigi?
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Proprio come dentro L’Ancella Scarlattail romanzo distopico cult di Margaret Atwood… la cui influenza è perfettamente ipotizzata qui?

Assolutamente. Mia madre era una grande femminista e ricordo di aver visto questo libro a casa non appena fu pubblicato, negli anni ’80. Nella regione in cui sono cresciuta, molti rifugiati iraniani si stabilirono dopo la caduta dello Scià nel 1979. Intellettuali, medici,… professori… Quando leggo L’Ancella Scarlatta, mia madre mi ha spiegato che potrebbe riflettere anche quanto accaduto in Iran. Che non era finzione. Sono cresciuto vicino ad Harvard. Dire a me stesso che questa università, così ricca intellettualmente, che coltiva il libero pensiero, poteva diventare un luogo dove persone innocenti venivano cacciate, giustiziate, violentate, mi ha fatto pensare in modo diverso alla politica. Inoltre, mi piace il modo in cui Margaret Atwood tratta della sua eroina, June, sentiamo la lotta in lei, la sua intelligenza, la sua molteplicità e che, a causa del sistema in cui è oppressa, si ritrova in stati di rabbia. Questo è anche il caso di Julia in La Vestale : anche intrappolata, si ribella.

C’è anche una certa forma di umorismo L’Ancella Scarlattastridulo, quasi inquietante… come nella tua versione di La Vestale !

Horror e umorismo si fondono Margaret Atwood…ironia più precisamente. Che ho voluto infondere anche in questa produzione, per rafforzarne l’impatto critico. È un’opera immaginata in un quadro decisamente europeo da Spontini, ma ho voluto considerare tutte le sue possibilità di eterogeneità: l’evocazione di tutti i tipi di ortodossie, i rituali di regimi religiosi o politici molto oppressivi. Un’opera deve intrattenere e trasportare, così come deve incoraggiarci a pensare, per giorni e giorni, al mondo che ci circonda.

Di quali personaggi La Vestale ti colpisce di più?

Innanzitutto la Grande Vestale che, nonostante il suo comportamento molto crudele, si pente. Lei non è meno condannata, e questa è, secondo me, una delle grandi tragedie di quest’opera… E poi c’è Julia, interpretata dal soprano Elza van den Heever. Questa è la terza volta che lavoro con lei. Elza non è solo una delle personalità più squisite della scena lirica, ma anche un’artista che accende tutto ciò che incarna.

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