Quando la rete svizzera vacilla, la Francia viene in soccorso

Quando la rete svizzera vacilla, la Francia viene in soccorso
Quando la rete svizzera vacilla, la Francia viene in soccorso
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Un blackout, davvero? Lunedì “diverse centinaia” di abitanti di Blonay e Saint-Légier (VD) si sono ritrovati tagliati fuori dal mondo (telecomunicazioni). Ma la salvezza potrebbe arrivare dalla Francia. «Posso collegarmi a Bouygues o SFR, ma mi costerà un occhio della testa», osserva Gilles, abbonato Blonaysan a Swisscom. Si chiede: perché riceviamo la rete francese a Blonay quando Saint-Gingolph, il territorio più vicino della Francia, è a dieci chilometri in linea d’aria, quando allo stesso tempo, a meno di tre chilometri, tutte le antenne di La Tour -de-Peilz funzionano molto bene ma senza poter ricevere? “Non potrebbero aumentare la potenza di queste antenne?” si chiese.

Ebbene no, Swisscom, Sunrise o Salt non possono. Tecnicamente questo di per sé non è impossibile. Ma legalmente questo è assolutamente fuori discussione. “I valori limite in Svizzera sono severi e devono essere sempre rispettati”, afferma Alicia Richon, portavoce di Swisscom. La Francia è in vista diretta con Blonay, il che spiega questo facile sconfinamento nel nostro territorio.

Rolf Ziebold, portavoce di Sunrise, precisa che le antenne francesi possono inviare segnali “con una potenza circa dieci volte superiore a quella delle antenne svizzere”. Anche se la legge permettesse di aumentare la potenza, bisognerebbe comunque analizzare, tecnicamente, quale sarebbe la soluzione migliore. “Cambiare la potenza o la direzione delle emissioni di un’antenna può avere un impatto e distruggere tutte le cellule radio circostanti. Se cercassimo di offrire agli abitanti di Blonay una copertura con antenne più potenti situate nei dintorni, ciò potrebbe perturbare l’intera rete”, spiega.

Chi ha un abbonamento che include dati mobili all’estero è tranquillo: nella zona di frontiera può connettersi alla rete francese. Per altri, i costi esorbitanti del roaming in Svizzera rendono il processo pericoloso. Come Gilles, allora è meglio mostrare resilienza e aspettare che l’interruzione finisca.

Rilassamento non per domani

“Oggi paghiamo il prezzo della nostra precauzione”, afferma Rolf Ziebold. La Svizzera è molto più severa dei suoi vicini sui valori limite delle emissioni. Vale anche per i permessi di costruire per nuove antenne. Il Canton Vaud ha addirittura congelato temporaneamente il rilascio delle autorizzazioni, accumulando un arretrato che oggi non è stato ancora risolto, secondo il portavoce. Sunrise sarebbe favorevole ad un allentamento della legge, ma il Parlamento federale lo ha già respinto più volte negli ultimi anni. La Svizzera vuole sviluppare il 5G senza offendere chi teme le radiazioni delle antenne.

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