Le prospettive abortite in questione, relative all’unità della stampa in Senegal*

Le prospettive abortite in questione, relative all’unità della stampa in Senegal*
Le prospettive abortite in questione, relative all’unità della stampa in Senegal*
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Già intorno agli anni ’80 la stampa privata [de manière globale], si è confrontato con la sua unità assoluta, nella diversità delle tendenze editoriali. E all’epoca, la transizione tra la produzione tradizionale di quotidiani e l’avvento delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, suscitò molte preoccupazioni.

Perché i proprietari della stampa privata no [assurément] no, preparato a gestire il costo di un giornale e i relativi input. Da allora, le conseguenze della scomparsa di PARIGI-DAKAR [de l’Etat], ha mostrato una certa ripresa di speranza, riguardo alla nascita del quotidiano nazionale “LE SOLEIL”. Naturalmente c’era [fondamentalement), pour accompagner les journaux les Agences de presse, publicitaires et messageries. Egalement, il existait dans ou sur le terrain: les Agences de features [spécialisées dans les articles d’actualité ; AVAS, chargé de la publicité; ADP, expédition des abonnements et la vente].

Due periodi diversi, scanditi da montature in piombo e marmo, con l’accettazione della morte programmata della Grande Tipografia Africana [basée à la rue Amadou Alassane Ndoye ex-Thiers] che giocò un ruolo memorabile, per la sua importanza [hier]in Senegal e nell’Africa occidentale francese.

Perché ad Hann [Service géographique à Yarakh]erano appena nate le Nuove Tipografie del Senegal, e le Hersent [Magna de la presse en Europe] ha formato una fusione con la società senegalese di stampa e pubblicazioni [la SSPP LE SOLEIL], sostenuto dallo Stato senegalese, un connubio tra ragione e opportunismo. Questa tipografia ha stupito, con il suo rinnovamento in termini di assemblaggio della carta, le sue macchine elettroniche, le sue attrezzature moderne e la sua rotativa. Niente di paragonabile al vecchio sistema. Il progresso era lì, in piena visibilità.

Allora, in tali condizioni: cosa poteva fare allora la stampa privata, di fronte alla concorrenza dei giornali privati: Sud-Hebdo, Afrique-nouvelle, Le Cafard Libération, Le Devoir e Walfadjri, tra gli altri? Tutti questi giornali avevano [également] hanno radunato i NIS, per il loro pareggio.

Un bel momento tra gli attori, ma un momento difficile, accentuato da una rivalità serrata, ingiusta e ardua! Perché l’Orco [le Groupe Hersent] voleva tutto, per sé, con l’incursione di PARIS-TURF nella produzione di telesatelliti. E per di più si prepara ad organizzare una serata quotidiana, in sinergia con FRANCE-SOIR.

Che detto quotidiano estenda i suoi tentacoli in tutte le regioni del Senegal con l’istituzione di macchine da stampa in ciascuna regione, un Desk Manager che ne assumerebbe il potere produttivo e decisionale. Questo quotidiano dovrà includere nel suo sviluppo e nella sua realizzazione soltanto pagine di FRANCE-SOIR [depuis la France]e una sola pagina per ciascuna regione del Senegal. In tali condizioni: sarebbe la morte dell’intera stampa privata senegalese.

Quindi, i rappresentanti del collegio del personale del NIS si sono opposti, in una lotta atroce e feroce… compreso il sottoscritto. Come ? È stata una lotta all’ultimo sangue con il sostegno del Comitato europeo e dell’Ispettorato senegalese del lavoro e della previdenza sociale.

E questo mi ha portato a lasciare le mie responsabilità, come delegato per un’uscita negoziata, per abbracciare il sindacalismo, dopo una richiesta di licenziamento accolta dall’Ispettorato del Lavoro ma respinta dal Ministro del Lavoro. Perché il defunto Babacar Touré, Ndiaga Sylla, Laye Bamba Diallo e altri poterono incontrare il presidente Diouf (all’epoca), per l’ottenimento di una stampa comune, per la circolazione della stampa privata e per l’acquisto centrale della carta.

Un meraviglioso progetto abortito, per vari motivi. Cosa dovremmo pensare? Da allora, la stampa ha cercato se stessa e, con essa, l’incoerenza delle emittenti e degli editori senegalesi che non parlano la stessa lingua.

Circondano? [d’ailleurs]le preoccupazioni e i problemi reali della stampa, in termini di progresso scientifico, investimenti, costi salariali, igiene e sicurezza?
*Ibrahima Khalil Mendy
Unione industriale Sg
poligrafico
e presidente del movimento
dei Parlamentari

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