il voto è iniziato all’estero, la RN è in posizione di forza

il voto è iniziato all’estero, la RN è in posizione di forza
il voto è iniziato all’estero, la RN è in posizione di forza
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Dietro il partito di estrema destra, i giochi non sembrano fatti tra la lista della maggioranza presidenziale e quella del Partito socialista, mentre La France insoumise (LFI) ha iniziato a registrare un significativo ritorno alla fine della campagna.

I primi seggi elettorali sono aperti sabato a mezzogiorno (8:00 locali) a Saint-Pierre e Miquelon, dove si contano circa 5.000 elettori. Seguirono gli elettori della Guyana, poi di Saint-Barthélemy, Saint-Martin, Guadalupa e Martinica. Sabato voteranno anche la Polinesia francese e gli elettori residenti nel continente americano.

Questo voto è “molto importante perché siamo europei”, ha affermato Marilyne Garnier, pensionata 68enne, uscendo dal seggio elettorale di Pointe-à-Pitre. Sua figlia, Sandrine Garnier, si attiva: queste elezioni sono generalmente “poco seguite in Guadalupa, perché abbiamo l’impressione che i nostri voti non contino”. Se “non è del tutto falso”, secondo lei, “non è un motivo per non esprimersi”.

In effetti, in questo seggio elettorale situato in una scuola, le elezioni a mezzogiorno non hanno prodotto quasi alcun risultato, con solo una quindicina di elettori. Come tutta la Guadalupa, dove il tasso di partecipazione alle 18 nella Francia continentale si è attestato al 4,8%, in calo rispetto al 2019 (5,56%).

In Nuova Caledonia, a causa del coprifuoco imposto in seguito alle violenze, i seggi elettorali hanno aperto un’ora prima del solito, alle 7 di domenica locale, alle 22 di sabato a Parigi, sotto massima sicurezza.

Per la maggior parte degli elettori, quelli stabiliti nella Francia continentale, le votazioni inizieranno domenica alle 8.00.

Test politico per Macron

Gli istituti elettorali comunicheranno le prime stime dei risultati alle 20, ora di chiusura degli ultimi uffici nelle principali città.

I capilista e i loro sostenitori questa settimana hanno dato sfogo alle loro ultime forze nella battaglia per cercare di far pendere la bilancia a loro favore.

Il voto, che si svolge quasi contemporaneamente nei 27 paesi dell’UE, mira a eleggere i deputati al Parlamento europeo, ma è visto come un importante test politico a medio termine per Emmanuel Macron. Il capo dello Stato ha attirato l’ira dei partiti d’opposizione che lo accusano di monopolizzare i media sotto la copertura di impegni internazionali, come le cerimonie dell’80° anniversario dello Sbarco questa settimana.

Emmanuel Macron, come la capolista della sua lista di maggioranza Valérie Hayer, accreditata venerdì nei sondaggi con una percentuale di voti tra il 14% e il 16%, ha ribadito il suo argomento principale: il rischio di vedere un gruppo di estrema destra pesare al punto da costituire una minoranza di blocco al Parlamento europeo.

Perché i sondaggi pubblicati venerdì, poco prima della fine della campagna ufficiale, promettono una vittoria schiacciante per il Raggruppamento Nazionale, con oltre il 30% dei voti. “A parte questa pole position, i due fatti elettorali sono una dinamica relativa per la lista publique PS-Place, passata dall’11% al 15% per poi stabilizzarsi al 13%, e un voto di sanzione che sembra colpire la lista dei maggioranza”, aggiunge.

LFI in agguato?

Dietro la RN, Raphaël Glucksmann, capo della lista pubblica PS-Place, intende dare una scossa alla routine che ha segnato le ultime elezioni presidenziali. Spera di porre fine al “falso duello” tra Emmanuel Macron e l’estrema destra. Alcuni socialisti vogliono ancora credere in un secondo posto, che darebbe loro più peso all’interno della sinistra.

Da parte della LFI, l’ottimismo è d’obbligo in vista di una dinamica favorevole alla fine della campagna, segnata da esplosioni nell’Assemblea Nazionale sul sostegno a Gaza. Gli ultimi sondaggi collocano la lista di Manon Aubry venerdì tra il 7% e il 9,5%, ma il leader ribelle Jean-Luc Mélenchon promette una “notte oscura” ai sondaggisti, accusati di sottovalutare il suo partito.

I repubblicani si trovano su una linea pericolosa. Accreditato venerdì dal 6% all’8%, François-Xavier Bellamy può avvicinarsi alla LFI come la fatidica soglia del 5%, al di sotto della quale nessun candidato della lista viene eletto. Un rischio “molto presente” anche nella mente dell’ecologista Marie Toussaint, o anche per Marion Maréchal, capolista del partito della Riconquista di Eric Zemmour.

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