Ogni mattina, Nicolas Turon rende omaggio al suo dipartimento con un testo divertente, tenero e sapiente, sotto forma di dichiarazione d'amore per la Mosella. Sceglie un emblema appartenente alla storia o all'attualità e lo tratta in modo insolito.
A colpirci innanzitutto è l’antinomia: non possiamo essere al tempo stesso generale e pecora, non possiamo contemporaneamente presiedere al destino di un esercito ed essere un seguace senza carattere, non possiamo essere al tempo stesso al vertice della gerarchia e farci rubare il filo del discorso. indietro… A meno che tu, come Georges Mouton, non sia nato nel 1770 a Phalsbourg e non si sia distinto durante le guerre dell'Impero.
Fedele a Napoleone, Georges combatté infatti a Jena, a Friedland (dove rimase gravemente ferito, sull'orlo di un méchoui), a Burgos, dove trionfò sugli spagnoli, a Wagram, Dresda o Waterloo… Ma fu in Austria che entrò nella storia: il 21 aprile 1809 gli austriaci resistettero all'esercito dell'Impero e gli impedirono di prendere Landshut. A Mouton, appena giunto sul terreno delle ostilità, viene affidata la missione di prendere la città direttamente dall'Imperatore. Il generale obbedisce, penetra nelle linee nemiche e conquista effettivamente la città! I grugniti, galvanizzati, attraversano un ponte senza che Mouton salti. Alla fine della battaglia, Napoleone, per onorare il coraggio del suo generale, pronunciò queste parole che rimarranno: “La mia pecora è un leone”.
La formula è così bella che diventerà, tra l'altro, il nome di un Festival del Teatro Pubblico Giovane Alsaco-Mosella…