La controversa conferenza-dibattito con Elie Barnavi non si è svolta all’ULB ma a Flagey: “Siamo vittime dell’occupazione”

La controversa conferenza-dibattito con Elie Barnavi non si è svolta all’ULB ma a Flagey: “Siamo vittime dell’occupazione”
La controversa conferenza-dibattito con Elie Barnavi non si è svolta all’ULB ma a Flagey: “Siamo vittime dell’occupazione”
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Sono state dispiegate forze di polizia affinché le discussioni potessero svolgersi in condizioni favorevoli ad un dibattito calmo e costruttivo” e nove persone sono state arrestate, ha detto la polizia all’agenzia Belga. Secondo il movimento filo-palestinese, almeno una persona è stata “gravemente ferita” alla testa dopo aver ricevuto diversi colpi di manganello.

Nove studenti arrestati e uno gravemente ferito alla testa a colpi di manganello

Elie Barnavi è stato scortato al luogo della conferenza rivelato poche ore prima che avesse luogo e l’evento si è svolto senza incidenti di rilievo… al centro culturale Flagey. Se alcuni salutano la rettrice Annemie Schaus per aver mantenuto la presenza di Elie Barnavi nonostante le pressioni dell’Università Popolare di Bruxelles, altri denunciano una sconfitta sui social network. Questi ultimi ritengono che aver esportato la conferenza fuori dalle mura dell’ULB equivalga a lasciare il campus di Solbosch nelle mani dei filopalestinesi che occupano l’edificio B dal 7 maggio.

Il rettore confuta questa analisi. “Abbiamo avuto molte iscrizioni. È diventato complicato accogliere tutti i partecipanti al pubblico K inizialmente previsto. È un periodo di esami ed è pieno di studenti con bisogni speciali. Inoltre, questa conferenza era ad alto rischio date le minacce. Abbiamo pensato al Janson ma anche lui era impegnato”spiega Annemie Schaus parlando della scelta di Flagey.

Quanto all’occupazione dell’Università Popolare di Bruxelles, questa non è autorizzata. “Siamo vittime dell’occupazione ma per il momento non penso di evacuare i miei studenti”precisa il rettore.

Difficoltà ad affrontare l’argomento

È un sollievo e un orgoglio che Annemie Schaus abbia portato avanti l’evento. “L’ULB come università ha svolto il suo ruolo conducendo un dibattito equilibrato. Uno studente ha parlato ma era davanti a Elie Barnavi”, sviluppa il rettore, consapevole che in entrambi i “campi” ci saranno sempre degli insoddisfatti. “Molte università ritengono di non poter affrontare questo argomento”.

Centinaia di studenti filo-palestinesi si sono riuniti per denunciare “una conferenza che tenta di dipingere un quadro accettabile di una situazione tutt’altro che normale. L’occupazione militare, le politiche di insediamento, l’apartheid e la continua soppressione dei diritti fondamentali del popolo palestinese non dovranno mai essere normalizzate. Questi eventi non sono dialoghi, ma facciate che legittimano l’oppressione e diluiscono la lotta palestinese”. La conferenza è passata ma le loro richieste restano (fine degli accordi con Israele e una “Palestina libera, dal mare al Giordano”).

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