Alta Savoia: pronunciata in una settimana la sentenza sul caso di frode immobiliare Clos Greffier ad Annemasse

Alta Savoia: pronunciata in una settimana la sentenza sul caso di frode immobiliare Clos Greffier ad Annemasse
Alta Savoia: pronunciata in una settimana la sentenza sul caso di frode immobiliare Clos Greffier ad Annemasse
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Il tribunale penale di Thonon-les-Bains si è pronunciato martedì sul caso Clos Cancelliere ad Annemasse. Un caso di frode immobiliare rivelato lo scorso autunno.

Sul banco degli imputati tre persone. Una donna di 56 anni e due uomini di 52 e 38 anni, processati a vario titolo per aver messo a disposizione a scopo di lucro beni altrui a scopo di abitazione, violazione di domicilio, falsificazione e uso di falso.

Di fronte a loro, nove parti civili, otto proprietari e inquilini espropriati e il sindacato professionale immobiliare del circondario ginevrino.

Un pubblico surreale

Al termine di più di cinque ore e mezza di un’udienza surreale, come ha descritto il presidente del tribunale, il Pubblico Ministero ha chiesto 30 mesi di reclusione, di cui da 20 a 24 con sospensione condizionale nei confronti del principale indagato, “il colei che ha pianificato, deciso e organizzato la truffa e privatizzato parte degli immobili di Clos Greffier, facendo molta attenzione a che il suo nome non comparisse su nessun documento del consiglio sindacale e della SCI, la società immobiliare da lei creata” ha dichiarato Bruno Badré , castigando nella sua requisitoria “le sue patetiche smentite, le sue gesticolazioni derisorie”;

Contro il secondo imputato, presentato come il bidello ma soprattutto lo scagnozzo “quello che faceva il duro e faceva il lavoro sporco”, il Pubblico Ministero ha chiesto la condanna a 18 mesi con sospensione della pena, e contro il terzo imputato, il fratello dell’imputato presunto mandante della truffa, denunciato per violazione di domicilio e occupazione abusiva dei locali, sono stati richiesti 8 mesi con sospensione della pena.

“Un’indagine pasticciata e incriminante”

Adducendo un’indagine fallita fondata sulla presunzione di colpevolezza del suo cliente, l’avvocato difensore ha chiesto la sua assoluzione totale, basandosi su due argomenti: o Madame A ha ragione, afferma Maître Battikh, “Tutta questa vicenda è dovuta ad una distribuzione mal distribuita degli appezzamenti e dei lotti del Clos Greffier, nel qual caso nulla appartiene a nessuno e il procedimento penale non ha senso. O ha torto, i lotti sono ben fatti ma lei legittimamente ritiene di fare bene poiché questo le è stato confermato da geometri, notai, avvocati… In questo caso manca l’elemento morale, in altre parole nessun desiderio di causare danni, quindi anche qui è necessario il relax“.

All’inizio dell’udienza, il maître Battikh ha denunciato “un’indagine pasticciata e compromettente, e ha chiesto un’ulteriore indagine, la nomina di un geometra, di un notaio, di un amministratore giudiziario perché”resta un dubbio“. Vogliamo dimostrarlo”il falso curatore forse non è quello che pensiamo e il Pubblico Ministero ha ceduto alle pressioni politiche e mediatiche per accusare la mia cliente di associazione a delinquere anche se da anni denuncia l’esistenza di un edificio fantasma che non ha esistenza legale e i cui proprietari non nemmeno esistere; il tutto coperto da collusione tra notaio, banca e comune“…

“L’imputato cerca di nascondersi dietro una storia di lotti mal divisi”

Uno dopo l’altro i quattro avvocati delle parti civili protestarono contro tale richiesta, ricordando che la controversia sul catasto e sugli atti patrimoniali era stata giudicata in sede civile e che il tribunale si era pronunciato contro la signora A. Vedo solo un imputato che cerca di nascondersi dietro una storia di lotti mal divisi.” continua il Pubblico Ministero. Bruno Badré respinge le accuse di un’indagine fallita sotto pressioni politiche. Il presidente del tribunale decide di aprire il dibattito nel merito.

Un fiduciario alternativo per sfuggire alle accuse di comproprietà

Tutti i membri del “fiduciario secondario” (come lo chiama l’imputato) creato nel 2016 hanno debiti non pagati arretrati, ricorda il presidente Proisy-Le Cocq. Ne nasce uno scontro verbale tra l’imputato e il magistrato. ” Sono io che faccio le domande qui, signora“, “quando diciamo che è la signora Ayache che fa, che decide. No, è il consiglio sindacale, mai io. Come è possibile un fiduciario che si appropria della proprietà dei proprietari con atti di proprietà? ripete all’infinito e invano il presidente.**

Ci sono vittime ma la loro sorte è altrove

Quello che segue è un ridicolo dialogo tra sordi tra i magistrati e un imputato che sostiene “avere il diritto di affittare un immobile che fa parte della propria comproprietà, un immobile che non apparteneva a nessuno poiché la divisione dei terreni e dei lotti era stata fatta male, tutti ce lo hanno confermato ma nessuno ha voluto chiarire e regolarizzare questa situazione“.J

Durante l’udienza, il pubblico ha navigato tra due universi paralleli dove l’imputato non ha mai vacillato dal desiderio di smascherare un inganno e dimostrare la legittimità della sua comproprietà e dei suoi diritti di fronte ai proprietari e ai partiti civili espropriati, sbalorditi dalla sua forza convinzione.

Il secondo imputato, presentato come custode della Cancelleria, colui che, tra l’altro, ha svuotato appartamenti, cambiato serrature, installato telecamere negli edifici, ha chiesto scusa “a coloro a cui ha causato del male mentre voleva e pensava di fare bene” .

La sentenza è stata deliberata fino a martedì prossimo, 11 giugno.

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