Un’organizzazione vicina al PTB incontra Hadja Lahbib, seguito da messaggi accusatori affissi in diversi edifici di Bruxelles

Un’organizzazione vicina al PTB incontra Hadja Lahbib, seguito da messaggi accusatori affissi in diversi edifici di Bruxelles
Un’organizzazione vicina al PTB incontra Hadja Lahbib, seguito da messaggi accusatori affissi in diversi edifici di Bruxelles
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Se lunedì sera stavi guidando nel cuore di Bruxelles, questo potrebbe non essere sfuggito alla tua attenzione. Il movimento Intal, movimento di solidarietà internazionale che difende la pace e lo sviluppo sovrano, molto vicino al PTB, ha voluto richiamare all’ordine il governo federale e il suo ministro degli Esteri Hadja Lahbib.

Come ? Affiggendo il messaggio “Grazie Lahbib, grazie Vivaldi” su diversi edifici della capitale, in particolare al Mont des Arts e sull’ufficio del primo ministro Alexander De Croo, rue de la loi.

Ma cosa denuncia esattamente il movimento? Semplicemente l’atteggiamento del Belgio nei confronti di Israele. Più specificamente, il gruppo critica il fatto che non vi sia ancora un embargo militare totale contro Israele. Tuttavia, diversi mesi fa, Intal ha lanciato una petizione a questo riguardo che ha avuto un certo successo, raccogliendo ben 12.000 firme.

“Ciò dimostra che l’opinione pubblica è decisamente favorevole ad un embargo militare totale”spiega il movimento attraverso un comunicato stampa. “Abbiamo quindi chiesto di incontrare la signora Lahbib per consegnarle di persona la petizione. Abbiamo avuto l’opportunità di farlo lo scorso venerdì sera. Ma quando la ministra ha subito esordito con la sua vuota retorica: “L’embargo militare esiste già dal 2009” e “che spetta alle regioni, ecc. per obbedire…”, ne abbiamo abbastanza e ce ne andiamo.”

Da notare che anche Intal è intervenuta lunedì mattina davanti all’ufficio del Ministro degli Affari Esteri. Da parte sua, anche il ministro ha reagito. “Ho voluto ricevere questi attivisti per spiegare loro che, dal 2009, esiste un accordo tra le regioni competenti in materia per non autorizzare la fornitura di armi alle parti in conflitto. Ero inoltre assolutamente disposto a discutere con loro le varie misure da adottare per raggiungere il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e il percorso verso una pace duratura. Ma purtroppo ho dovuto constatare che da parte loro non c’era la volontà di avere uno scambio pacifico e costruttivo”.

Hadja Lahbib reagisce

Da notare che, da parte del Ministro degli Affari Esteri, abbiamo voluto rispondere al comunicato stampa dell’Intal. “Ho voluto ricevere venerdì questi attivisti per spiegare loro che, dal 2009, esiste un accordo tra le regioni competenti in materia per non autorizzare la fornitura di armi alle parti in conflitto”, indica il ministro. Chi aggiunge: “Ero anche assolutamente disponibile a discutere con loro le diverse misure da me adottate per arrivare al cessate il fuoco, alla liberazione degli ostaggi e al cammino verso una pace duratura. Ma purtroppo ho dovuto constatare che da parte loro non c’era alcuna volontà di avere uno scambio pacifico e costruttivo.”

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