Un grande leader che ha fretta di arricchire il suo bilancio, ritiene il ministro

Un grande leader che ha fretta di arricchire il suo bilancio, ritiene il ministro
Un grande leader che ha fretta di arricchire il suo bilancio, ritiene il ministro
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Venerdì, Rémy Vincent ha raccontato Sole che, in assenza di un impegno formale da parte del governo Legault a includere le imprese indigene nei suoi progetti infrastrutturali, il gran capo di Wendake, vicino al Quebec, non ha escluso il ricorso ai tribunali.

Nel consiglio nazionale della Coalizione Avenir Québec, presentato sabato a Saint-Hyacinthe, il ministro responsabile delle Relazioni con le Prime Nazioni e gli Inuit, Ian Lafrenière, ha ribadito che sta lavorando sul dossier.

“Lo abbiamo già detto, stiamo lavorando con il mio collega del Consiglio del Tesoro per vedere come possiamo adattare i nostri bandi di gara, come adattare anche la qualificazione dei bandi di gara che riceviamo. Vogliamo garantire che le comunità e le aziende indigene abbiano accesso e possano essere privilegiate. Ma non è semplice”, ha affermato Lafrenière durante una breve conferenza stampa.

L’amarezza di un leader

Nelle ultime settimane, il rapporto teso tra il Quebec e le popolazioni indigene è emerso in diversi casi. Nella regione del Quebec, i progetti per il nuovo ponte dell’Île d’Orléans e per il futuro Museo Nazionale di Storia del Quebec hanno messo in luce un’esclusione di cui la nazione Huron-Wendat si considera vittima.

“Il governo del Quebec ha molta strada da fare. Stiamo discutendo, ma non abbiamo risultati tangibili. […] L’accumulazione diventa una frustrazione”, ha dichiarato il Gran Capo Vincent, che ha già annunciato che non si candiderà per un secondo mandato quest’autunno.

Il ministro Lafrenière afferma di comprendere che il Gran Capo Vincent “potrebbe essere amareggiato” per gli ultimi eventi.

“Alla fine del suo mandato, voleva avere una tabella di marcia e dei risultati finali. Capisco. Ma penso che sia un uomo di cuore e che faccia le cose per le giuste ragioni”, ha continuato il rappresentante del governo Legault.

C’è la decostruzione

Per giustificare il suo rifiuto di adottare quote di contenuti indigeni, come a livello federale, il ministro Lafrenière cita l’esempio delle aziende della North Shore che “assumevano indigeni per avere accesso a bandi di gara e non li costringevano a non lavorare nel posto di lavoro”. essi volevano.

Per quanto riguarda il grande progetto di costruzione del futuro ponte dell’Île d’Orléans, stimato in 2,75 miliardi di dollari, ricorda che “solo due imprese si erano qualificate”. Ma niente per Wendake. “Per il Ministero dei Trasporti è stato fatto così”.

D’altro canto “ci sono certamente aspetti su cui possiamo lavorare. Ci sono altre fasi, come la demolizione dell’altro ponte, le prenderemo sicuramente in considerazione”, assicura il ministro del Quebec responsabile delle relazioni con le Prime Nazioni e gli Inuit.

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