Indre-et-Loire. La badante voleva costringere un bambino disabile ad asciugarsi la saliva con i vestiti | La posta

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Indre-et-Loire. La badante voleva costringere un bambino disabile ad asciugarsi la saliva con i vestiti | La posta
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Redazione Le Petit Courrier – L’Echo

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24 maggio 2024 alle 15:13

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Il tribunale amministrativo di Orléans ha sconfessato a Caregiver del servizio di psichiatria infantile per le malattie del neurosviluppo Centro ospedaliero cinese (Indre-et-Loire), che ha contestato la sanzione inflittagli nel febbraio 2021 dopo aver voluto costringere un bambino a pulire con i propri vestiti lo sputo che aveva fatto per terra.

L’operatore sanitario era stato escluso per questi fatti per un mesemetà dei quali sospesi, di questo servizio specializzato che accoglie bambini dai 3 ai 16 anni portatori di handicap e “fortemente medicalizzato”.

Fagli pulire il pavimento con i suoi vestiti

Ma, dinanzi ai tribunali, ha ritenuto che tale sanzione fosse “manifestamente sproporzionata” in quanto ella aveva “sempre dato completa soddisfazione” ai suoi superiori e non aveva “mai ricevuto nessuna sanzione o avvertimento in precedenza “.

Un educatore specializzato del servizio aveva infatti riferito di aver visto questa badante “prendere per un braccio un bambino” con l’intenzione di farlo pulire il pavimento con i propri vestiti sul quale aveva appena sputato.

Lei allora “interruppe” la sua azione, e questa badante lo fece immediatamente pentito questo “gesto impulsivo” “mai accaduto prima” e questo “passo falso”.

Investito del caso, il consiglio disciplinare aveva “raccomandato di non adottare alcuna sanzione”, riferisce il tribunale amministrativo di Orléans in una sentenza del 14 marzo 2024 appena resa pubblica, ma il direttore del centro ospedaliero di Saint-Benoît-la-Forêt “non aveva seguito questo consiglio”: aveva deciso nonostante tutto di sanzionare questa assistente infermiera che lavorava nello stabilimento da dodici anni – di cui due nel dipartimento di psichiatria infantile per questo “atto indegno e umiliante.

Consiglio disciplinare e denuncia alla Procura

“La circostanza che il Commissione disciplinare ha votato a favore dell’assenza di sanzione e che l’ denuncia presentata dal centro ospedaliero [auprès du procureur de la République, ndlr] è stato classificato senza ulteriori azioni sono (…) senza incidere sulla legittimità della sanzione”, i giudici amministrativi di Orléans respingono immediatamente.

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“Il bambino che ha causato l’incidente aveva l’abitudine di sputare, e durante una riunione di squadra è stato deciso di fargli pulire il pavimento quando ciò accadeva”, ricontestualizzano altrove.

Ma “resta il fatto” che questo “evento” del 4 novembre 2020 “era destinato a succedere oltre l’attuazione della scelta educativa effettuato dal gruppo di vigilanza”, sottolineano i magistrati.

Un evento isolato ma grave

E se “la qualità del suo lavoro è stata riconosciuta sia dai superiori che dai colleghi”, il comportamento della badante “può essere visto come difettoso”.

“L’evento, seppur isolato, è grave: it viola la dignità di un bambino affetto da una malattia del neurosviluppo”, ricorda il tribunale amministrativo di Orléans.

Una quattro settimane di esclusione dal serviziometà della quale sospesa, costituiva quindi effettivamente una sanzione “proporzionata” ai fatti commessi.

Esclusione annullata per un’altra badante

Un collega operante nello stesso dipartimento ha beneficiato di una sentenza favorevole: esclusione delle funzioni di tre giorni che gli erano stati inflitti per aver “messo l’elmo in testa” ad una bambina con “scopo vessatorio” per poi averla “lasciata sola senza badare alla rischi di strangolamento”, seguendo le rivelazioni dello stesso educatore specializzato, è stato dal canto suo annullato.

Questa badante si trovava infatti di fronte a “a comportamento problema di tipo urlante” da parte del minore, riferisce il giudice amministrativo in questa seconda sentenza dello stesso giorno.

Il piccolo “avrebbe potuto soffrire Minacce da parte degli operatori sanitari verbalizzando che avrebbe avuto “un elmetto in testa” se avesse continuato a urlare”, ha riferito l’educatrice speciale.

“Questa minaccia avrebbe potuto essere implementati dai caregiverperché offende [la fillette] “, ha spiegato quest’ultimo.

“E, per alcuni caregiver, il fastidio del bambino permette di capire che il comportamento non è possibile. Ma si tratta di umiliazione… Sono riuscito a togliermi il casco (…), elmo caduto sulla testa del bambino, corda al collo. Durante la riunione del team (…) ho potuto avvisare che si trattava di un errore grave. »

Resta il fatto che se questa educatrice specializzata “racconta con precisione alcuni avvenimenti di cui dichiara di aver assistito in prima persona” – come nel caso della prima badante che afferra un bambino per fargli pulire la sputa – in questo secondo caso “si limita (…) per indicare che il casco era stato indossato dal ricorrente senza affermare di averlo visto fare o essere intervenuto di conseguenza”, constata il tribunale amministrativo di Orléans.

L’ospedale ha condannato a pagare 1.500 euro

Durante il suo colloquio con i suoi superiori, a questa seconda badante era stato semplicemente chiesto se “aveva messo un casco al bambino”, al che la persona interessata aveva risposto che era “possibile” ma che non aveva “nessuna memoria”. »

“In questo rapporto dell’intervista si afferma inoltre che questa pratica di mettere un casco in testa alla bambina per evitare che si facesse male era stata discusso con sua madre che lei stessa ha utilizzato questo metodo”, sottolineano i giudici

La sanzione è stata quindi annullata e il centro ospedaliero cinese è stato condannato a pagare alla ricorrente 1.500 euro per le spese legali.


Tutte le parti hanno potuto ricorrere in appello contro queste decisioni.

GF (PressPepper)

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