Il caso Desjardins: è ora di calmarsi e reagire!

Il caso Desjardins: è ora di calmarsi e reagire!
Il caso Desjardins: è ora di calmarsi e reagire!
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Quest’anno, la Giornata Nazionale dei Patrioti è stata scossa da un poster installato in diverse filiali di Desjardins. Lì potevamo vedere una bandiera del Canada, un segno sia di anacronismo che di mancanza di sensibilità.

Sui social network avremo notato almeno due tipi di reazioni.

Da un lato, molte persone non hanno esitato a esprimere la loro insoddisfazione, arrivando addirittura a minacciare di spostare i propri conti presso un altro istituto.

C’è poi l’altra reazione che saremmo tentati di definire serena.

Reazione silenziosa

Infatti, durante un lungo weekend soleggiato, niente è più piacevole che trascorrere del tempo con la famiglia e concedersi un po’ di tregua. Potrebbe però darsi che dietro la reazione silenziosa di gran parte dei quebecchesi ci sia qualcosa di diverso da un distacco del tutto circostanziato.

Sui social si accumulano i proverbi preferiti della nostra leggendaria indulgenza: “errare è umano”, “vivi e lascia vivere” o il classico “non è la fine del mondo”.

Ovviamente, un poster mal progettato non è la fine del mondo.

Ma se questo poster fosse il segno del nostro totale intorpidimento?

Poiché Desjardins può dire che la sua direzione non ha approvato il poster, il processo è ancora facile da immaginare: un grafico ha disegnato il poster, lo ha inviato al tipografo che lo ha inviato alle filiali che poi hanno naturalmente mobilitato i dipendenti per installarlo.

Se ci si pensa, il numero di persone coinvolte in questo piccolissimo processo amministrativo è relativamente elevato. E, in sostanza, la probabilità che tutti questi dipendenti non siano consapevoli che un poster che rappresenta una bandiera canadese nel Giorno Nazionale dei Patrioti è incoerente è più o meno la stessa probabilità che queste stesse persone disprezzeranno in modo coordinato l’eredità di questi liberatori: debole.

Resta il torpore.

Vivi sospirando

L’intorpidimento non è esattamente ignoranza o disprezzo. Essere insensibili è vivere con un sospiro. Intorpidimento significa scegliere le proprie battaglie e combatterne sempre meno.

Nella mente dei dipendenti Desjardins coinvolti in questa storia, intorpidimento significa lasciar passare un simile poster perché lasciamo passare tante cose ogni giorno e una in più non è la fine del mondo. In ogni caso non ci resta che dire che errare è umano. Anzi, potrebbero essere proprio i membri altrettanto insensibili della “comunità del Quebec” a dirlo per noi. Quindi niente panico, perché non vivere e lasciare vivere?

Sebbene l’indulgenza a tempo pieno offra indubbiamente un po’ di tranquillità, permettere a te stesso di diventare insensibile ha un prezzo.

Le persone che si rifiutano di vedere la politica dove si trovano si stanno arrendendo.

E questo incidente è profondamente politico.

Desjardins non è Second Cup o Mountain Dew.

Nel 1908, al Congresso della Gioventù, Alphonse Desjardins tenne un grandissimo discorso in cui affrontò l’importanza di sognare, di difendere un ideale e di dedicarsi alla preparazione del “futuro”. [et de] la grandezza morale” del Quebec.

Nel 1990, il Movimento Desjardins ha sostenuto il progetto di sovranità.

Naturalmente, il 2024 non è il 1990 e tanto meno il 1908. Ma il movimento Desjardins incoraggia da tempo l’emancipazione dei quebecchesi. Oggi ci imbattiamo in un poster con una bicicletta o in un altro con la bandiera del Canada nel giorno in cui si celebra la libertà e l’emancipazione. Questo non può essere inventato.

I prossimi anni saranno molto politici in Quebec.

Potrebbe essere il momento di smaltire la sbornia prima di svenire.

Rémi Villemure, autore e titolare di un master in storia

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