La riduzione del traffico stradale svizzero è messa in discussione

La riduzione del traffico stradale svizzero è messa in discussione
La riduzione del traffico stradale svizzero è messa in discussione
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“Estreme, sovradimensionate, superate, dannose per il clima, eccessivamente costose”: il comitato referendario contro i progetti di sviluppo autostradale non usa mezzi termini nel criticare le “megaautostrade”. A guidare l’iniziativa sono l’Associazione Trasporti e Ambiente (ATE) e l’organizzazione active-trafiC. Sono sostenuti dai Verdi, dal PS e dal PVL, nonché da una cinquantina di organizzazioni per la protezione della natura e del clima.

Qualità della vita

L’argomento principale sta nel fatto che questi sviluppi autostradali elimineranno i colli di bottiglia e allenteranno la congestione del traffico. La sfida è migliorare le strade nazionali per soddisfare le esigenze di mobilità e i cambiamenti demografici.

A lungo termine i progetti aumenteranno ulteriormente il numero di automobili sulle autostrade, si oppone il comitato referendario. L’aggiunta di corsie non risolve il problema degli ingorghi; al contrario, qualsiasi ampliamento della capacità di una strada porta nuovi automobilisti ad utilizzare l’infrastruttura, secondo il fenomeno del cosiddetto traffico “indotto”.

Questo traffico “indotto” peggiorerà il traffico evitante, che porterà a un maggiore inquinamento e inquinamento acustico nelle località interessate, per gli oppositori. Inoltre, i progetti richiederanno “cantieri giganteschi, nel corso di decenni”, che interromperanno il traffico per lunghi periodi.

Un traffico più fluido sull’autostrada ridurrà l’attuale traffico di circonvallazione nelle città e nei paesi circostanti, ribattono i sostenitori. Ciò porterà quindi ad una maggiore sicurezza e ad una migliore qualità della vita per i residenti locali.

Strada e ferrovia

Il comitato referendario denuncia anche una trasformazione “irreversibile” del paesaggio, nonché la perdita di terreni agricoli. A causa dei progetti andranno perduti 8 ettari di superfici coltivate, “è grave per le persone interessate”, ammette il ministro dei trasporti Albert Rösti.

Ma a titolo di compensazione verranno fornite altre superfici con la stessa qualità. Il signor Rösti ritiene inoltre che sia nel loro interesse sostenere progetti volti a migliorare il trasporto di animali, fertilizzanti o prodotti destinati alla trasformazione.

Gli oppositori continuano a sostenere che i progetti vanno contro gli obiettivi climatici. Già oggi il traffico stradale in Svizzera è responsabile di quasi un terzo di tutte le emissioni di CO2. Fino a quando i relativi progetti non saranno completati, entro il 2040, le auto individuali saranno più elettriche, risponde il consigliere federale.

I circa cinque miliardi previsti dovrebbero invece essere investiti nella transizione energetica o nelle ferrovie, chiedono gli oppositori. Sono ancora più critici nei confronti degli importi in gioco nell’attuale contesto dei dibattiti sulle finanze federali.

I diversi modi di trasporto devono integrarsi a vicenda e non opporsi, ribattono i sostenitori. Secondo loro, la riduzione del traffico nelle zone limitrofe andrà a vantaggio anche dei trasporti pubblici e del recapito delle merci.

Totale 5,3 miliardi

I sei progetti ammontano a 4,9 miliardi di franchi. Si aggiungono altri 300 milioni per la pianificazione di altri progetti e 52 milioni per un progetto a Glattal (ZH). In totale sono in gioco 5,3 miliardi.

I lavori non graveranno sulle finanze federali. Saranno finanziati dal Fondo per le strade nazionali e il traffico urbano (FORTA), finanziato dal supplemento carburante, dalla tassa sull’importazione di automobili e dal contrassegno autostradale.

In questo modo “gli utenti della strada finanziano le strade da soli. Per le strade non verrà pagato alcun franco destinato ai trasporti pubblici”, sottolinea Rösti. L’esito del voto è ancora incerto. I primi sondaggi danno la vittoria del consigliere federale. Ma solo appena. La Svizzera francese rifiuterebbe il progetto.

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