Giovedì il mercato azionario svizzero ha cambiato posizione, spinto dal colosso Nestlé che ha invertito la tendenza. Gli investitori sono apparsi rassicurati dopo le dichiarazioni del management. Altri risultati, in particolare quelli di ABB e Schindler, ravvivano la sessione. Tutti gli occhi sono puntati sull’imminente decisione di politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE), dalla quale ci si aspetta un taglio dei tassi.
L’oro ha segnato il massimo storico in mattinata, “spinto dal calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro statunitensi a dieci anni, dalla prospettiva di tagli dei tassi di interesse da parte delle banche centrali e dai rischi geopolitici”, spiega Ricardo Evangelista, analista di Activtrades.
Da parte sua, il petrolio continua la sua tendenza al ribasso, “esacerbata dal crescente scetticismo sul fatto che gli stimoli economici recentemente annunciati dalla Cina saranno sufficienti a instillare una nuova crescita nel più grande importatore mondiale”, ha spiegato.
In Svizzera il commercio estero a settembre è crollato e le esportazioni di orologi hanno addirittura registrato un calo del 12,4% su base annua attestandosi a 2,05 miliardi di franchi.
Alle 11:05 l’SMI è salito dello 0,44% a 12.246,11 punti, lo SLI è salito dello 0,32% a 1.998,8 punti e lo SPI ha guadagnato lo 0,36% a 16.283,54 punti. Dei trenta valori stellari, vincitori e vinti erano equilibrati.
Dall’ultima posizione in classifica, Nestlé (+2,2%) è ora salita sul secondo gradino del podio dopo le dichiarazioni del management. Il colosso alimentare ha visto diminuire i suoi ricavi nell’arco di nove mesi e ha adeguato al ribasso i suoi obiettivi per l’intero anno finanziario. Da gennaio a settembre il fatturato della multinazionale è sceso del 2,4% su base annua attestandosi a 67,1 miliardi di franchi. La crescita organica è stata del 2%, mentre la crescita interna reale (RIG) ha raggiunto lo 0,5%, inferiore alle proiezioni degli analisti.
Schindler era ancora in testa (+3,4%). Nonostante il calo del fatturato, nei primi nove mesi dell’anno il produttore di ascensori e scale mobili ha ampliato significativamente i propri margini. Quest’ultimo è gravato dagli effetti del tasso di cambio, senza i quali mostrerebbe una crescita dignitosa.
ABB (+1,7%) ha completato il podio. Nel terzo trimestre il conglomerato industriale ha proseguito il suo percorso di crescita, beneficiando ancora della buona domanda per il business dell’elettrificazione. Il fatturato ha raggiunto gli 8,15 miliardi, con un incremento del 2,3% trainato sia dai volumi che dall’adeguamento dei prezzi. L’utile netto è stato pari a 947 milioni di dollari, in crescita del 7,4%.
In rosso i pesi massimi Novartis (-0,5%) e Roche (-0,3%).
L’IVA (-1,5%) è rimasta in fondo alla classifica. Nel terzo trimestre il produttore di apparecchiature per pompe per vuoto è riuscito a stabilizzare il proprio fatturato su 209,4 milioni (-0,2%), registrando al contempo un notevole aumento degli ordinativi. I risultati hanno deluso le aspettative degli analisti.
Givaudan (-1,1%) ha subito le ripercussioni di un abbassamento della raccomandazione da parte degli analisti di Citigroup.
Sul mercato più ampio, Ypsomed (+1,1%) ha annunciato l’inaugurazione di un sito produttivo in Germania e il desiderio di espandere le proprie capacità. (AWP)
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