“Valore aggiunto su molti temi”, giudica Pierre Dartiguelongue

“Valore aggiunto su molti temi”, giudica Pierre Dartiguelongue
“Valore aggiunto su molti temi”, giudica Pierre Dartiguelongue
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Prima della semifinale contro il Tarbes hai menzionato l’importanza della qualificazione all’Eurolega. Per quello ?

Questo concorso suscita tanto entusiasmo… Promuove molti temi, in particolare quello dei partenariati. Dà spessore agli investimenti dei partner istituzionali o privati, entusiasmo agli abbonati, energia aggiuntiva ai volontari e perfino ai manager. Non ho detto che se ci fosse stata l’Eurocup sarebbe stato diverso, ma l’Eurolega è chiaramente un valore aggiunto.

L’Eurolega prevede più partite casalinghe dell’Eurocup. Quindi c’è ancora un gap tra una competizione e l’altra?

Non è così aritmetica. L’Eurolega comporta anche costi aggiuntivi. Più partite significano più biglietti, ma anche più viaggi, alloggi aggiuntivi, ecc. Dobbiamo invece guardare avanti a tutta una stagione in cui l’Eurolega favorisce anche l’arrivo di partner che non necessariamente arriverebbero con l’Eurocup. Evitiamo quindi una certa erosione che potrebbe spingere alcuni partner nazionali ad unirsi a noi.

Questo arrivo di partner nazionali è diventato una necessità affinché Basket Landes continui a crescere?

Cerchiamo sempre il big ticket nazionale, abbiamo pratiche in corso, ma è difficile. Non siamo il calcio, non il rugby, siamo di fronte al numero di partite, solo 11 in campionato a stagione. Limita anche la visibilità. Ovviamente un partner nazionale da 200.000 o 300.000 euro ci aiuterebbe. Ma abbiamo bisogno di partner a lungo termine. I nostri partner con un po’ meno soldi ma che sono lì da anni, è l’ideale, non dobbiamo sminuirli. Se arriva un partner nazionale, deve essere sullo stesso piano.

Per questo bisognerebbe considerare anche l’infrastruttura, lo spazio, anche se non voglio entrare adesso in questo argomento. Le nuove partnership richiedono posti aggiuntivi. Ma attenzione, c’è ancora spazio! Se i partner vogliono venire, abbiamo ancora posto (sorride).

“La partnership privata guida il libro paga. Se ci sono grandi nomi, questi devono rientrare in questa equazione.”

C’è stato un effetto Olimpiadi sui partner?

NO. Prenderò una posizione ma è mia e non di BL. CI sono due mondi: l’FFBB e i club. Vi ricordo che la Lega Basket Femminile è una commissione della Federazione. Il lavoro svolto dalla Fed in termini di promozione esiste, è quello che è. Ma ciò che fa bollire la pentola dei club professionistici femminili sono le forze trainanti del club stesso. Se non ci muoviamo, economicamente, non ci siamo. E questo non grazie all’effetto JO, che forse aumenta un po’ il numero dei licenziatari.

I marchi che investono 300.000 euro in immagine per la Federazione sono nella migliore delle ipotesi ridicoli per i club. Cito qui l’ultimo, il Boulangère (che dovrebbe essere il nome delle prossime quattro stagioni della LFB contro 250.000 euro annui). In termini di partnership, non funziona. Non ne abbiamo la capacità. Amazon è arrivata alla Federazione, non entro nel lato etico, ma è per la Federazione. Hanno un dipartimento “marchio” che non ha alcun impatto sul basket femminile. La Pro A (Betclic Élite), ci sono gli spin-off. È una Lega indipendente ed è completamente diversa. Siamo una commissione della Federazione. Ogni volta che un’idea nasce dai club, deve essere validata dalla Federazione. Guarda il passaggio a 14 club: rifiutato. La requisizione di giocatori per la squadra francese 3×3: imposta. Non vedo, nella mia posizione di responsabile della partnership, ritorni economici diversi da quelli minimalisti. Ma ripeto, questa è la mia posizione, non quella del club.

Per tornare all’Eurolega, la quarantina di partite (campionato, C1 e Coupe de France) a stagione che questo implica impone necessariamente una rosa di 10 giocatori, senza “superstar”?

La posizione di Marie-Laure (Lafargue) e del suo consiglio di amministrazione fa sì che sia la società di persone privata a guidare le buste paga. Se arrivano grandi nomi, questi devono rientrare in questa equazione. Poi io, i big… Ce n’erano alcuni a Lione quest’anno.

E poi è proprio la forza di Julie (Barennes) e del suo staff ad averci convinto di questo modello e ad averlo dimostrato quest’anno. Viene dalla posizione di un atleta. Ci ha suggerito questo progetto, siamo rimasti tutti fuori di testa, ma tanto di cappello! Rimaniamo in ciò che siamo, non diventiamo ciò che non siamo. È qui che ha avuto molto discernimento. Valori BL, questo è tutto. Questo è quello che abbiamo visto domenica contro il Tarbes, questa stanza che si scioglie, questi giocatori uniti, che combattono, creano sempre l’impresa. Non diventare un club dove assumiamo senatori. Soprattutto no. Perché il partner non lo capisce. Porta i suoi clienti ed i suoi dipendenti ad avere una certa filosofia, questa testimonianza davanti ai loro occhi. E non le star che vengono e non gliene frega niente.

“Avevamo un budget di 2,5 milioni, quest’anno abbiamo finito un po’ più in alto ma dovevamo lavorare duro”

Quando hai presentato la rosa lo scorso giugno hai accennato ad una scelta finanziaria…

È un dibattito tra tutti. Ma ovviamente l’aspetto economico resta lì. Non possiamo offrire più di quello che abbiamo. Avevamo un budget di 2,5 milioni, quest’anno abbiamo finito un po’ più in alto (intorno ai 3 milioni di euro) ma dovevamo lavorare tanto. E poi siamo in pareggio, il patrimonio verrà convalidato (il club fa il provino il 29 maggio alla FFBB ma non è preoccupato).

Un anno fa hai indicato che volevi passare “al secondo cerchio” e trasferire senza problemi la responsabilità della ricerca di partner. Dove sei ?

Ho detto che volevo iniziare a fare un passo indietro e soprattutto trasmettere questa posizione di partenariato. È così: abbiamo formato una commissione di una decina di persone, che funziona molto bene, con membri del consiglio di amministrazione. Gilles Chauby ha assunto la presidenza. Stiamo vedendo i primi risultati con l’arrivo di nuovi partner. Sono felice, vedo che le cose stanno andando avanti. Sono ancora lì, ovviamente, ma le cose stanno andando a posto per poter trasmettere. Siamo in tempi di transizione (sorriso).

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