hanno picchiato un adulto sotto tutela per un debito di 160 euro

hanno picchiato un adulto sotto tutela per un debito di 160 euro
hanno picchiato un adulto sotto tutela per un debito di 160 euro
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È stato sulla banchina della stazione, a Lons-le-Saunier, che questo Polinois posto sotto tutela rafforzata, ha incontrato lo scorso dicembre i due giovani comparsi questo lunedì 6 maggio davanti al tribunale giudiziario di Lons-le-Saunier.

Sicuramente questi ultimi non erano “consapevoli” dello status della loro nuova conoscenza, con la quale avevano avviato un piccolo business di cocaina. Sono arrivati ​​addirittura a concedere un piccolo credito al loro nuovo cliente: 160 euro. Una somma modesta che non ha rimborsato “in tempi brevi”. Così, con l’aiuto di un terzo uomo, decisero di recarsi a Poligny per riscuotere la quota.

Bussano di notte alla sua porta

Il 22 aprile, alle 2 del mattino, sono venuti e hanno bussato violentemente alla porta del loro debitore, che alla fine gliel’ha aperta. Una volta lì, hanno dato un deposito: una console di gioco e il suo controller, una carta SIM, un telefono, un po’ di soldi e tabacco. Poi il loro cliente si è arrabbiato. Ciò lo ha portato a prendere “alcune patate in testa” e ad essere colpito con il calcio di una pistola. Se i fatti sono generalmente riconosciuti, è la personalità di questi due giovani a sorprendere.

Una gioventù “complicata”.

A 21 anni, il più grande, esce da 7 mesi di detenzione. Collocato all’età di 16 anni, non ha più alcun legame con la famiglia, nessun diploma, né risorse. Trascorre la maggior parte del suo tempo consumando alcol e cannabis. Stesso profilo per il più giovane, che a 18 anni si presenta per la prima volta in tribunale. Posizionamenti, periodi di vagabondaggio, “stupidità su stupidità”, la sua giovinezza è stata “piuttosto complicata”. Ha tentato un soggiorno umanitario rivoluzionario in Senegal. Ma tornato a Poligny, ricadde nelle sue vecchie abitudini. Il tribunale lo condannerà anche a 18 mesi di carcere, di cui 6 mesi con sospensione della prova. Potrà svolgere la parte agricola a casa della nonna, indossando un braccialetto elettronico. Ma gli sarà proibito entrare in contatto con i suoi due amici – il terzo è ancora a piede libero – detenere un’arma per cinque anni e mettere piede nuovamente a Poligny per tre anni.

Quanto a Marvin Khaldi, il maggiore, ha ricevuto due anni di carcere, di cui sei mesi con sospensione della prova. Stessi divieti previsti per i più piccoli, soggiorno esteso a tutto il dipartimento del Giura. Sono stati tenuti in detenzione.

Secondo la nostra carta editoriale, l’identità degli imputati viene rivelata in caso di condanne ad almeno un anno di reclusione con mandato di carcerazione o a due anni di reclusione senza mandato di carcerazione.

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