Città di Parigi: le guardie delle residenze sociali non riceveranno gli straordinari richiesti

Città di Parigi: le guardie delle residenze sociali non riceveranno gli straordinari richiesti
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Di Editoriale Parigi
pubblicato su

9 maggio 24 alle 6:20

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La Corte d’appello amministrativa di Parigi ha respinto ventidue guardie residenziali per gli anziani del Centro di Azione Sociale della Città di Parigi (CASVP), che avevano agito legalmente affinché i loro “servizi di guardia” fossero considerati “lavoro effettivo” e pagati come “straordinari”.

Chiesero tra i 50.000 e i 434.000 euro

Respinti nel febbraio 2023 dal tribunale amministrativo di Parigi, i ricorrenti si sono rivolti alla corte amministrativa d’appello di Parigi per chiedere somme comprese tra 50.000 e 434.000 euro “a risarcimento del danno subito”.

Secondo loro, il “sistema di guardia messo in atto nell’ambito del CASVP” deve essere considerato come “orario di lavoro effettivo che dà diritto a un compenso”: alloggiati sul posto per “assoluta necessità di servizio”, devono rimanere “nell’immediata e disposizione permanente” della città di Parigi e “non sono autorizzati spostamenti fuori casa”.

“L’organizzazione del servizio di guardia (…) ha avuto l’effetto di nuocere alla salute degli agenti, in particolare al loro equilibrio psicologico”, ha stimato il loro avvocato. “A causa della frequenza delle richieste dei residenti alle quali erano tenuti a rispondere” e “del divieto di uscire di casa loro imposto”, le guardie delle residenze CASVP non potevano infatti uscire dalle loro abitazioni “tra le 6 e le 6 e le 8:00 Questo sistema equivaleva a negare loro “il diritto al rispetto di una vita privata e familiare normale”.

Servizio di guardia dalle 18:00 alle 8:00

Ma, in diverse sentenze del 9 febbraio 2024 appena rese pubbliche, la corte amministrativa d’appello di Parigi esordisce ricordando in generale che le guardie del CASVP non potevano “richiedere il pagamento o il compenso del lavoro straordinario” solo se “queste ore corrispondono a orari effettivi”. interventi (…) e hanno l’effetto di far superare a questo agente i limiti temporali definiti dal ciclo di lavoro”.

Tuttavia, i ricorrenti “non giustificano né la frequenza né la natura di [leurs] interventi con i residenti che non avrebbero dato luogo al pagamento degli straordinari da parte del CASVP”, sostengono i magistrati. Nessuno di loro supera la tariffa delle “39 ore settimanali” e ciascuno “beneficia (…) di due ore di pausa pranzo, (…) di due giorni consecutivi di riposo durante i fine settimana” e di “ferie annuali”.


“Il divieto di uscire di casa imposto loro, anche temporaneamente, in attesa che avessero un telefono cellulare, non dimostra di per sé che sarebbero stati a disposizione permanente del loro datore di lavoro”, ritengono i giudici parigini.

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“La sola circostanza che le guardie siano costrette a restare all’interno dello stabilimento per rispondere rapidamente alle richieste dei residenti non è sufficiente per stabilire il carattere generale, continuo e assoluto di tali costrizioni”, conclude la corte amministrativa d’appello di Parigi.

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