Tutto quello che c’è da sapere sulle modifiche al diritto di locazione

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In città, qui a Losanna, il mercato immobiliare è molto ristretto.

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L’Associazione svizzera degli inquilini (ASLOCA) rappresenta circa 220’000 membri distribuiti in 21 sezioni regionali. In quanto tale, si presenta come una delle grandi organizzazioni senza scopo di lucro (ONG) del paese. Con 2,4 milioni di economie domestiche inquilini, ovvero circa il 60% del totale, la Svizzera è un Paese di inquilini. Questa percentuale sale all’83% a Basilea o al 78% a Ginevra. Scende al 40% nelle zone rurali.

L’ASLOCA ha lanciato due referendum contro le modifiche alla legge sulla locazione, difesi dalla destra nelle Camere federali. Non ha avuto problemi a raccogliere le firme, nonostante la relativa tecnicità giuridica di queste decisioni e il loro presunto impatto sul destino degli inquilini.

Domande sul subaffitto

La prima modifica riguarda le condizioni di subaffitto. La maggioranza del Parlamento e del Consiglio federale vogliono dare maggiore controllo al proprietario. Secondo la legge attuale, gli inquilini hanno il diritto di subaffittare i loro locali, ma devono avere il permesso del proprietario, cosa che non sempre fanno. La modifica mira a rendere obbligatorio richiedere ed ottenere l’autorizzazione scritta del locatore. Se il locatario non rispetta il modulo, dopo una citazione scritta inefficace, il locatore potrà risolvere il contratto entro 30 giorni.

In apparenza si tratta di un cambiamento di lieve entità, ma per ASLOCA apre la porta a una risoluzione più agevole: “La revisione della legge introduce ostacoli burocratici al sublocazione attraverso nuove forme e consente ai locatori di risolvere il contratto di locazione dell’inquilino principale entro 30 giorni per minori violazioni formali.

Domanda di cessazione

La seconda modifica contestata è molto più sensibile. Queste sono le condizioni di risoluzione da parte del proprietario per “propria necessità”. La legge attuale prevede che i proprietari di alloggi o locali commerciali occupati da inquilini possano utilizzarli autonomamente rapidamente. Ma, prima di cacciare tutti, devono giustificare che hanno un bisogno “urgente”.

La maggioranza del Parlamento e del Consiglio federale ha sostituito il carattere “urgente” con “importante e attuale”. «Il che è più facile da dimostrare per il proprietario», nota il sito della Confederazione. Sarà quindi più semplice per questi ultimi risolvere il contratto di locazione degli inquilini.

Affittare di nuovo per più soldi?

ASLOCA non contesta la nozione di bisogno proprio, ma diffida delle intenzioni di alcuni proprietari: “Il fatto di sostituire il proprio bisogno “urgente” con un bisogno proprio “importante e attuale” crea incertezza giuridica e offre maggiori possibilità di porre fine al contratto locazione per motivi non chiari. Tutto questo per poi riaffittare l’alloggio a un prezzo più alto.

In breve, per ASLOCA queste due riforme del diritto di locazione rientrano nella volontà della destra di indebolire la posizione degli inquilini per aumentare ulteriormente la redditività dei proprietari. Per il presidente di ASLOCA e consigliere di Stato Carlo Somaruga (PS/GE): “I gruppi immobiliari detengono già la maggioranza delle abitazioni recenti e stanno facendo salire gli affitti. Grazie ai due progetti di smantellamento vogliono poter cacciare le persone dalle loro case ancora più facilmente e quindi aumentare gli affitti”.

Meno abusi

Per i partiti borghesi, riuniti in un comitato chiamato “Unione per l’edilizia abitativa”, queste due modifiche chiariscono la situazione. In una conferenza stampa tenutasi l’8 ottobre a Berna, il consigliere nazionale Gregor Rutz (UDC/ZH) è rimasto sorpreso dal fatto che la sinistra si sia opposta a questi piccoli cambiamenti. Secondo il Comitato ciò garantisce una maggiore certezza del diritto e meno abusi, a tutto vantaggio anche degli inquilini, soprattutto nel contesto del subaffitto abusivo.

Per il consigliere nazionale Olivier Feller (PLR/VD), la revisione aiuterà a evitare che il subaffitto tolga gli alloggi dal mercato a favore di piattaforme come Airbnb, mentre la popolazione attraversa un periodo di penuria.

Le richieste dei proprietari

  • Divieto di subaffitto ripetuto e finanziariamente abusivo

  • Limitazione del subaffitto a un massimo di due anni

  • Rafforzamento del diritto di revisione del proprietario in caso di subaffitto

  • Facilitare l’uso da parte del proprietario di alloggi in affitto o locali commerciali in caso di necessità personale

Sì e no nei sondaggi

Nel corso del primo sondaggio Tamedia/20 minuti la percezione della popolazione di questi due oggetti è notevolmente diversa. Per quanto riguarda il subaffitto, è più un sì quello che emerge, con il 47% di pareri favorevoli contro il 42% sfavorevoli, con ancora l’11% di indecisi. In caso di licenziamento per motivi personali il 50% ha votato no, contro il 43% sì e il 7% indeciso. Ma in entrambi i casi non c’è ancora una maggioranza chiara.

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