A due passi dal maestoso lago Guiers, la principale riserva d’acqua dolce del Senegal, il villaggio di Thiago soffoca, colpito da una crudele ironia. I suoi abitanti, privati di un dignitoso accesso all’acqua potabile, sono costretti ad attingere le loro magre risorse dalle acque insalubri del vicino lago.
Una misera torre dell’acqua serve dolorosamente le circa 6.000 anime di questa località dimenticata. Conseguenza: le donne si rivolgono instancabilmente a banche malsane per il bucato, mentre i bambini bevono acqua stantia, fonte di diarrea ricorrente e infezioni respiratorie.
L’unico presidio sanitario, deprivato e poco attrezzato, sta lottando come può contro questa piaga sanitaria. “Consulto 300 pazienti al mese, da sola con un’ostetrica”, si lamenta un’infermiera sopraffatta.
Tuttavia, questo villaggio paradossale potrebbe essere prospero. Le sue risorse naturali – pesca, agricoltura, allevamento – ne fanno un potenziale granaio. Ma le infrastrutture di base sono gravemente carenti, come il college senza aule degne di questo nome.
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