Fine dell’utilizzo delle agenzie entro il 2026: una “catastrofe” anticipata per quanto riguarda le interruzioni dei servizi, secondo il presidente dell’EPPSQ

Fine dell’utilizzo delle agenzie entro il 2026: una “catastrofe” anticipata per quanto riguarda le interruzioni dei servizi, secondo il presidente dell’EPPSQ
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La graduale esclusione delle agenzie sanitarie private dalla rete pubblica è una “decisione deplorevole” per Patrice Lapointe, presidente del gruppo delle Società private del personale infermieristico del Quebec (EPPSQ).

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“I rappresentanti delle imprese e i gestori prevedono un disastro in relazione a queste nuove regole sui servizi non forniti alla popolazione in diverse regioni”, ha detto in un’intervista alla LCN.

Se lo Stato giustifica la sua decisione con la carenza di personale, il presidente del gruppo risponde che le agenzie sanitarie forniscono un servizio unico ed essenziale.

“Il problema che stiamo vivendo è che il governo, invece di vigilare sulle nostre aziende per raggiungere gli obiettivi, permettendoci di sostenere la rete pubblica affinché possiamo offrire servizi alla popolazione, ha scelto di “vietare l’uso delle nostre agenzie”. spiegò il signor Lapointe.

“Abbiamo persone che hanno scelto di adottare un approccio piuttosto ideologico […] piuttosto che negoziare un quadro che vada a vantaggio della popolazione del Quebec. È uno “scontro” tra i funzionari pubblici del Quebec e i dirigenti sul campo”.

Il presidente dell’EPPSQ deplora in particolare di non aver avuto l’opportunità di avere un dialogo costruttivo con il ministro e il suo entourage.

“Ci sono problemi seri [dans le réseau de la santé] e questa è solo la punta dell’iceberg. Sarà un’estate molto difficile”.

Sfida la legge

Tre ragioni principali giustificano la decisione del signor Lapointe di voler contestare la legge. “Gli effetti della legge garantiranno che le persone che necessitano di cure non le ricevano”, ha spiegato per primo.

Lapointe ha poi deplorato il superpotere del ministro. Solo lui poteva aggiudicare gli appalti.

Ha infine denunciato la discriminazione contro le donne, poiché costituiscono l’80% della forza lavoro e saranno in prima linea nelle conseguenze della legge 10.

Ascolta l’intervista completa con Patrice Lapointe nel video qui sopra

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