Dall’osso di mammut al giavellotto e dalla freccia all’archibugio, gli uomini sono sempre stati molto bravi ad uccidere altri uomini. In questa materia, il XXIe secolo offre una linea completa di sofisticati strumenti di morte. Un concentrato di “genio” umano il cui vertice della piramide è l’arma atomica. Un pulsante e boom, una regione cancellata dalla mappa. Attualmente, lo spazio dimostrativo di questo arsenale è a più di 2.000 km da noi, verso est. In Ucraina, i russi stanno dispiegando tutta una serie di armi moderne destinate a riportare alla ragione i loro vicini recalcitranti.
Ma niente funziona. Né le bombe sospese né i carri armati pesanti riescono a spezzare la schiena alle truppe di Kiev. Mosca persiste, persiste e perde migliaia di uomini per conquistare un pezzo di terra bruciata. Di fronte, anche gli ucraini hanno delle armi e sanno come usarle. Quindi il Cremlino tenta tutto, anche il peggio. Per allontanare i difensori dalle trincee, l’esercito russo utilizzò gas tossici. Una tecnica la cui spaventosa efficacia era stata dimostrata più di un secolo fa, durante la Grande Guerra. Occhi bruciati, polmoni attaccati: il conflitto high-tech è solo una copia degli orrori del passato? Sembra di sì, sì. Mosca in ogni caso dà l’esempio più vile: nonostante gli accordi e le mani sul cuore, la guerra sporca – questo pleonasmo! – finisce sempre per vincere quando la frustrazione aumenta nello staff. È certo che Putin, il re dei bluff, non si fermerà davanti a nulla – nemmeno all’ipotesi atomica – per risollevare il morale dei sostenitori di Kiev. Ma né Parigi, con le dichiarazioni di Macron, né Londra, con le forti decisioni di Sunak, né Washington, con i suoi miliardi di aiuti, sembrano tirarsi indietro. A più di due anni dall’inizio della guerra, la resa dei conti è appena iniziata…
