parole dei manifestanti a Limoges. Meno persone in strada, ma giovani, dipendenti e pensionati

parole dei manifestanti a Limoges. Meno persone in strada, ma giovani, dipendenti e pensionati
Descriptive text here
-

Sfilate tradizionali il 1 maggio, nei nostri tre dipartimenti del Limosino. Meno persone che nel 2023, ma nei cortei c’erano giovani, dipendenti o pensionati per difendere il lavoro, il salario e poche altre cause. Un’antologia di rivendicazioni ascoltate a Limoges.

Il 1 maggio 2023 non ha battuto i record, ma dopo le grandi mobilitazioni in difesa delle pensioni, le cifre erano ancora impressionanti nel Limosino.

Quest’anno non è stato lo stesso, forse a causa del tempo, ma a Limoges, Saint-Junien o Bellac nell’Haute-Vienne, a Brive, Tulle o Ussel nella Corrèze, e a Guéret nella Creuse, ci siamo comunque mobilitati. Poco meno di 2.000 persone in totale secondo la polizia, di più secondo i sindacati, che stimano in 2.000 persone il corteo di Limougeaud.

Nella capitale del Limosino, la manifestazione era guidata da una più ampia organizzazione intersindacale con, in testa al corteo, questo striscione: per il progresso sociale, la solidarietà e la pace.

>>

Lo striscione alla testa del corteo a Limoges, questo 1 maggio 2024

© Isabelle Rio/France Télévisions

Una sintesi di quanto il nostro team, che ha seguito l’evento, ha potuto raccogliere in termini di testimonianze, da parte di partecipanti di ogni età e di ogni provenienza.

Manifestiamo per le pensioni, per i lavoratori, un po’ per tutti, perché credo che oggi niente vada bene, purtroppo sono tutti un po’ sotto pressione. Non ci credo davvero, ma ehi, speriamo sempre.“, Patrizia, in pensione.

Siamo qui per mobilitarci per i nostri diritti, i diritti dei lavoratori. Penso che sia importante venire a passeggiare il 1° maggio, è simbolico!

Sono qui per difendere i lavoratori e, data la situazione, dobbiamo essere reattivi. Tutto va male, la salute, il potere d’acquisto, la gente si priva, non vive, sopravvive. Dobbiamo essere uniti.

Sono lì come ogni anno, il primo maggio, festa sindacale, era importante esserci. Non ci rassegniamo, lottiamo per portare avanti le nostre rivendicazioni e cerchiamo di farci sentire“. Joëlle, attivista sindacale della CGT.

“Il mondo del lavoro è diventato eccessivamente difficile da orientare. Possiamo parlare in particolare del numero di morti sul lavoro, della fine del CHSCT che è una catastrofe, delle condizioni di lavoro che diventano sempre più difficili, con sempre meno sorveglianza, di ultraliberalizzazione, tutto questo nel settore pubblico come in quello privato il 1° maggio è forse una tradizione, ma una tradizione che deve essere mantenuta..”, Céline, impiegata del settore privato.

È la Giornata internazionale dei lavoratori. Il 1° maggio ci sono gli scioperi, ci sono i lavoratori che alzano la testa, che dicono che fanno funzionare tutta la società e chi dovrebbe guidarla. È internazionalismo, è la stessa classe operaia, qualunque sia il tuo paese. Siamo tutti sfruttati allo stesso modo, abbiamo tutti interessi comuni.“, Elisabeth Faucon, Lutte Ouvrière

Siamo qui per difendere i valori, quelli del mondo del lavoro, siamo qui per commemorare. Non so se i giovani siano sensibili, ma io sì! La questione è avere una vita dignitosa degna di questo nome.

Maroussia

giovane impiegato

È una tradizione di famiglia e io, che ancora non lavoro, per onorare chi c’è e permettere che continui, è importante dimostrarlo.“, Valentino, studente.

Difendere i diritti e il valore del lavoro, nonché il lato umano. Oggi tutto questo viene disprezzato. Le persone non vengono più riconosciute.”, Olivier, funzionario pubblico.

Al corteo sono state invitate anche altre cause, mobilitazioni più o meno seguite o comprese, ma che si sono espresse, come quella della solidarietà al popolo palestinese.

Questo è anche il 1° maggio, l’occasione per parlare della situazione dei palestinesi, perché lì si sta consumando un vero e proprio genocidio, con più di 34.000 persone uccise. Lì muoiono medici, studenti, bambini, e gli stati occidentali continuano ad esportare armi… È una solidarietà espressa ai due popoli, i palestinesi ovviamente, ma anche gli israeliani, che sono molti contro questa violenza. Vogliamo una pace giusta e duratura tra questi due popoli.“Isabelle Jauberteau, portavoce del Limosino-Palestina.

È importantissimo esserci, sono tanti i temi sui quali vorremmo sollevare interrogativi: l’ecologia, la Palestina, ma anche il mondo del lavoro… Sta succedendo velocemente, è come un camion che va dritto verso di noi, e che angoscia noi.

-

PREV Un impegno finanziario di 2 milioni di dollari da parte della Cancer Research Society
NEXT Sinagoga di Rouen: OQTF, fascicolo di persone ricercate… chi è il sospettato ucciso dalla polizia?