“Lo Stato deve intervenire nell’organizzazione del settore religioso per affrontare le sfide legate alle cerimonie religiose, all’accattonaggio, alla formazione nelle daara, ai bambini di strada, nonché alle feste Korité e Tabaski”. Almeno questa è l’opinione della dottoressa Selly Bâ, docente-ricercatrice in sociologia e specialista in Genere e Religione in Senegal. Ospite della trasmissione domenicale “Obiezione” su Sud fm, il dottor Bâ ha sottolineato l’importanza di un simile intervento statale, soprattutto a causa della particolare situazione della laicità in Senegal, segnata da una lunga complicità tra i poteri temporali e spirituali fin dall’epoca coloniale.
Secondo Bâ, “l’organizzazione del settore religioso consentirebbe di evitare duplicazioni nelle celebrazioni religiose e di garantire trasparenza nell’assegnazione delle risorse alle famiglie religiose, che potenzialmente ricevono ogni anno somme considerevoli. » Ha sollevato anche la questione dell’accattonaggio, divenuto una forma di violenza nelle strade del Paese.
Il dottor Bâ ha definito la laicità senegalese come il riconoscimento della diversità, sottolineando che il potere temporale e quello spirituale sono complici fin dall’epoca coloniale. Ha accolto con favore la recente creazione di una Direzione per gli affari religiosi da parte del Capo dello Stato, chiedendo però un chiarimento del suo ruolo. Ha inoltre deplorato la persistente sottorappresentanza delle donne nelle sfere decisionali e nelle forze di sicurezza, chiedendo al contempo riforme giuridiche per garantire in modo sostenibile i diritti acquisiti dalle donne.
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