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Christophe Lecourtier: “Marocco e Francia, un tandem capace di parlare all’Africa, all’Europa e al mondo nel modo più esemplare possibile per indicare la strada”

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L’Istituto Francese del Marocco (IFM) presenta il suo nuovo programma culturale per il 2024-2025, posto sotto il tema “Vivere”. Questo ciclo promette di essere ricco e diversificato con eventi artistici e scientifici che mettono in discussione il rapporto tra uomo e natura, ecologia e questioni ambientali. Il “Living” è un invito a ripensare il posto degli esseri umani all’interno della biosfera, evidenziando i legami di interdipendenza tra loro e il loro ambiente.

L’ambasciatore francese in Marocco, Christophe Lecourtier, sottolinea, parlando a L’Observateur du Maroc, che la Francia e il Marocco sono in prima linea in numerose iniziative riguardanti la lotta al riscaldamento globale. Tuttavia, il diplomatico teme che alcuni possano avvertire una certa stanchezza di fronte ai grandi incontri politici e diplomatici. Secondo lui, “è assolutamente necessario rafforzare la consapevolezza, soprattutto tra i giovani, attraverso mezzi che non si limitino alle grandi dichiarazioni internazionali”. Lecourtier è convinto che l’approccio culturale possa rilanciare la consapevolezza ecologica attraverso momenti non convenzionali come rappresentazioni artistiche, convegni o fumetti.

Tra gli eventi chiave di questa stagione meritano di essere segnalati diversi spettacoli degni di nota. Lo spettacolo “Extrêmophile”, frutto della collaborazione tra l’autrice Alexandra Badea e il microbiologo Bernard Ollivier, esplora ambienti oceanici estremi.

Da parte sua, GdRa mescola danza, musica e scienza in “Au milieu des terres”. Per approfondire la riflessione sul futuro del Mediterraneo, questa compagnia affronta temi caldi come l’esilio in relazione all’ecologia. Questo incrocio di saperi tra artisti e scienziati, ma anche con i filosofi, è uno dei tratti distintivi di questa ambiziosa programmazione che coinvolge il pubblico in questo brainstorming finalizzato all’azione.

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Il tema del Living non si limita alle arti performative. La mostra “The Endless World”, tratta dall’omonimo fumetto di Christophe Blain e Jean-Marc Jancovici, offre una divulgazione delle sfide energetiche e climatiche, offrendo allo stesso tempo uno sguardo umoristico sulle attuali questioni ecologiche. A ciò si aggiunge la mostra “Oasis” del fotografo Seif Kousmate, che dipinge un ritratto sensibile delle sfide ambientali ed economiche che affrontano oggi le oasi marocchine.

Anche il cinema occupa un posto centrale in questa stagione con proiezioni come “Animal” di Cyril Dion e “Animalia” di Sofia Alaoui, oltre a una retrospettiva dedicata alla regista marocchina Dalila Ennadre. Sotto i riflettori ci sarà anche il cinema d’animazione, la cui madrina quest’anno è Sofia Elkyari. Questa talentuosa regista ha già iniziato una tournée all’Istituto Francese del Marocco per presentare i suoi quattro film. I festeggiamenti non finiscono qui: la programmazione musicale, con eventi come le Notti del Ramadan e la celebrazione del Capodanno Amazigh, mette in risalto la ricchezza della scena musicale marocchina e francese.

Agnès Humruzian ha anche annunciato che l’istituto organizzerà eventi nelle zone rurali, in collaborazione con partner locali, in particolare utilizzando il Bibliotobiss, rafforzando così la presenza culturale francese in tutto il paese. Questo approccio multidisciplinare e locale è al centro di questa nuova stagione. Come ha affermato Christophe Lecourtier, esso porta con sé la nobile ambizione, attraverso la sensibilizzazione locale di un vasto pubblico, su entrambe le sponde del Mediterraneo, di accelerare la transizione ecologica.

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