Un ex sacerdote della diocesi di Bordeaux incriminato per stupro aggravato

Un ex sacerdote della diocesi di Bordeaux incriminato per stupro aggravato
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RIn cura da diversi mesi nella diocesi di Bordeaux, un ex sacerdote, figura della comunità dell’Emmanuel, è stato appena incriminato per stupro da parte di una persona che abusa dell’autorità conferitagli dalla sua funzione su due donne e violenza sessuale da parte di una persona che abusa dell’autorità conferitagli a lui per la sua funzione oltre un terzo, da un giudice istruttore di Tours. Quest’uomo, che ora ha 77 anni, contesta le accuse contro di lui ed è stato posto sotto controllo giudiziario. Questa misura è accompagnata da un obbligo di diligenza e da diversi divieti, tra cui quello di impegnarsi nella predicazione o nell’accompagnamento spirituale, ha indicato a “Sud Ouest” il pubblico ministero di Tours, Catherine Sorita-Minard.

Al momento l’ex abate è sospettato di aver commesso violenze sessuali nei confronti delle suore consacrate della comunità dell’Emmanuele, associazione pubblica internazionale di fedeli di diritto pontificio. I fatti contestati risalgono a diversi anni fa e, in particolare, sono stati commessi nella regione di Bordeaux, durante l’accompagnamento spirituale. “Il periodo di prevenzione, per l’accusa di stupro aggravato, si estende dal 2009 al 2013, e dal 2008 al 2017 per l’accusa di violenza sessuale aggravata”, precisa Catherine Sorita-Minard.

Il religioso, già rettore dei santuari di Paray-le-Monial (Saône-et-Loire), ex postulatore della causa di beatificazione di Marthe Robin e intellettuale specialista in storia della spiritualità e teologia spirituale, riconoscerebbe i rapporti sessuali acconsentito con le due presunte vittime di “stupro”, ma nessun reato penale.

“Una questione complessa”

“Credo che la sua incriminazione sia stata un errore, decisa alla cieca. Se non fosse stato prete, non ci sarebbe mai stato un procedimento penale. Questa è una questione molto più complessa di quanto sembri. La difesa affronterà e richiederà tutti i confronti necessari”, sottolinea il legale dell’abate in pensione, sig.e Charles Dufranc, del foro di Bordeaux.

Il suo cliente è stato portato al tribunale di Tours giovedì 25 aprile, dopo un fermo di polizia nell’ambito di un’indagine preliminare condotta dalla procura della capitale dell’Indre-et-Loire. Le indagini, affidate ai gendarmi, sono iniziate nel 2022 con almeno una denuncia contro il sacerdote, trasmessa alla procura di Bordeaux che l’ha archiviata in favore di quella di Tours, dove risiede il religioso. “Diverse donne sono state interrogate nell’ambito di queste indagini”, precisa il procuratore di Tours che giovedì ha deciso di aprire un’inchiesta giudiziaria. A sporgere denuncia sarebbero state due donne.

Licenziato dall’incarico

Nel 2017, l’uomo di Chiesa fu preso di mira da un procedimento religioso e temporaneamente allontanato dalle sue funzioni “in seguito a gesti gravemente inappropriati nei confronti di una donna adulta”, precisava all’epoca un comunicato della comunità dell’Emmanuel. Lo ha rivelato la comunità, senza fornire dettagli sui fatti, dopo essere stata informata da un fedele. Quest’ultima, una giovane donna, non aveva sporto denuncia penale.

D’accordo con i responsabili della comunità dell’Emmanuel, il cardinale Jean-Pierre Ricard, allora arcivescovo di Bordeaux, aveva preso “misure precauzionali” contro il sacerdote: gli era stato chiesto di interrompere i suoi compiti pastorali e di rinunciare, fino a nuovo ordine, al ritiro predicazione e accompagnamento spirituale. Questa procedura ha, a quanto pare, liberato la parola all’interno della comunità dell’Emmanuel dove sono apparse tre nuove testimonianze.

Nel 2018 l’abate è stato assegnato a una parrocchia vicino a Tolosa. Il suo arrivo aveva sollevato interrogativi, rivelano articoli di France 3 Occitanie e “La Croix” del marzo 2019. Ben presto, il religioso era tornato in Gironda, nella parrocchia di Arcachon-La Teste, dove rimase fino al suo pensionamento nel giugno 2023. Per il momento nessuno dei fatti per i quali è incriminato è avvenuto dopo la sua sanzione da parte della Chiesa nel 2017.

L’indagine giudiziaria dovrà, tra l’altro, stabilire se i rapporti tra il sacerdote e le suore, che avevano tutte fatto voto di castità, fossero o meno consensuali. Il tema del possibile controllo sarà senza dubbio al centro delle indagini.

“Stiamo confondendo la difficile questione della determinazione del consenso e quella del divieto religioso. Il mio cliente ammette di aver trasgredito il divieto religioso, ma non quello penale. L’influenza ha una buona reputazione per descrivere relazioni che non assumiamo. Non dovremmo cadere in questo”, già contrattacca Me Dufranc.

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