Verso lo scioglimento di “Casa Patrimoine”

Verso lo scioglimento di “Casa Patrimoine”
Verso lo scioglimento di “Casa Patrimoine”
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La società di sviluppo locale “Casa Patrimoine”, responsabile della conservazione del patrimonio culturale di Casablanca, è in procinto di essere sciolta dopo una valutazione ritenuta negativa della sua efficacia. Il wali di Casablanca, Mohamed Mhidia, ha avviato questo processo, citando l’inefficacia degli investimenti effettuati. Il Consiglio Comunale nella seduta di ottobre voterà in merito, mentre anche altre SDL potrebbero essere fuse nell’ambito di una riorganizzazione più ampia.

Il wali di Casablanca, Mohamed Mhidia, ha avviato il processo di scioglimento della Società di Sviluppo Locale (SDL) “Casa Patrimoine”. La decisione è stata presa nel corso di un’assemblea generale presieduta da Mhidia, dopo una valutazione approfondita del ruolo, della situazione finanziaria e dei costi di questa entità. Si è concluso che l’SDL non era più rilevante. La proposta di scioglimento sarà sottoposta al Consiglio Comunale, che dovrebbe decidere nella prossima sessione di ottobre.

La missione di Casa Patrimoine era preservare e promuovere il patrimonio culturale, materiale e immateriale di Casablanca. Tuttavia, non è riuscita a realizzare diversi progetti importanti, finanziati attraverso partenariati con i consigli degli enti locali, il Ministero degli Interni e il Ministero della Cultura. Tra i progetti in questione figurano la riabilitazione del centro storico della città, il restauro di passaggi storici come Botbol, ​​​​El Glaoui, Sumica e Tazi, nonché la riabilitazione delle facciate di Boulevard Mohammed V. Queste iniziative, in gran parte sospesi, hanno comportato spese per diversi milioni di dirham, senza apportare benefici significativi allo sviluppo urbano né migliorare l’immagine della città.

Secondo fonti mediatiche, Casa Patrimoine sarà la prima delle SDL a essere sciolta, soprattutto a causa dell’inefficacia degli investimenti effettuati. Anche altri SDL potrebbero essere interessati da fusioni come parte di una strategia di ottimizzazione delle risorse e delle operazioni.

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Problemi di governance di SDL

Dopo la liquidazione di Casa Patrimoine, gli eletti del Consiglio Comunale dovranno designare un ente che ne assumerà le funzioni. È probabile che subentri SDL Casa Aménagement, con la missione primaria di portare avanti gli impegni presi da Casa Patrimoine nel quadro degli accordi firmati con i diversi stakeholder.

La Corte dei Conti, infatti, nel suo rapporto 2022-2023, ha evidenziato le disfunzioni dei SDL, che influiscono sulla loro governance, sui risultati e sul raggiungimento degli obiettivi.

A livello istituzionale, dieci SDL incontrano problemi strutturali che ne ostacolano l’avvio o la continuità della loro attività. Ciò ha portato a chiusure parziali o complete, a volte per periodi da 4 a 30 anni. Questa situazione ha generato perdite finanziarie significative, nonché una diminuzione del capitale, richiedendo, in alcuni casi, contributi finanziari aggiuntivi in ​​assenza di soluzioni preventive o correttive come lo scioglimento delle società in difficoltà. Ad oggi, tra i dieci in difficoltà, solo un SDL è stato sciolto, mentre altri cinque versano in una situazione finanziaria fragile, tale da richiedere un piano di emergenza.

In termini di redditività, gli SDL faticano a generare risultati soddisfacenti: solo il 5% di essi ha raggiunto o è sul punto di raggiungere un tasso di redditività accettabile. Queste aziende soffrono inoltre della mancanza di autonomia commerciale e finanziaria, nonché della frammentazione della loro quota di mercato, esacerbata dalla concorrenza.

Per quanto riguarda gli obiettivi fissati, nonostante le autorità pubbliche abbiano apportato 5 miliardi di dirham al capitale delle SDL, accompagnate da un’ulteriore mobilitazione annua di 562 milioni di dirham, queste società non hanno né raggiunto gli obiettivi pianificati né fornito il valore aggiunto atteso.

Tuttavia, i progetti subiscono ritardi significativi, a volte fino a sette anni, spesso accompagnati da costi crescenti e dalla persistenza di problemi strutturali, in particolare in termini di mobilitazione dei terreni e gestione dello spazio pubblico, come dimostrato dai casi delle SDL che gestiscono mercati all’ingrosso o parcheggio.

Verso una riforma necessaria

A livello istituzionale e finanziario, oltre il 90% degli SDL sono stati realizzati senza studi preliminari adeguati, siano essi giuridici, tecnici, finanziari o economici. Ciò ha portato a lacune nei loro statuti, che non integrano sufficientemente le specificità dei servizi pubblici o i diritti delle parti interessate. Inoltre, il pacchetto finanziario di questi SDL è spesso sbilanciato, con la mancanza di fonti di finanziamento pubblico. Sette SDL sono state create con un capitale ben superiore alle loro effettive necessità, mentre alcune hanno dovuto utilizzare il proprio capitale per coprire le perdite dovute alla cessazione delle loro attività. La loro dipendenza dai fondi pubblici, dovuta alla mancanza di libero accesso al mercato, impedisce inoltre una sufficiente autonomia finanziaria e commerciale.

Inoltre, gli accordi firmati spesso mancano di dettagli essenziali, in particolare sugli obiettivi, sui costi dei progetti e sui meccanismi di controllo dei risultati. Inoltre non includono indicatori di performance, né clausole sulla gestione del rischio, sulle controversie o sul regime delle attività acquisite. Questa mancanza di rigore compromette l’efficacia e la redditività degli SDL.

La Corte dei Conti ha raccomandato al Ministero dell’Interno di incoraggiare gli enti locali ad adottare rapidamente misure a favore dei paesi meno sviluppati in difficoltà, sia adottando piani di salvaguardia o di risanamento, sia valutandone la liquidazione. Raccomanda inoltre di rafforzare l’autonomia finanziaria e la redditività degli SDL, nel rispetto dei principi di gestione del servizio pubblico, garantendo al tempo stesso una migliore razionalizzazione delle spese. Inoltre, la Corte raccomanda di valutare attentamente le opzioni per la creazione di SDL utilizzando studi finanziari ed economici comparativi e di garantire che la loro attuazione sia adattata alle esigenze a lungo termine.

Alcuni accordi concedono poteri eccessivamente ampi agli SDL, affidando loro compiti incompatibili, come fissare gli importi dei contratti o effettuare controlli. Ciò ostacola la razionalizzazione delle spese e l’efficienza della gestione. Infine, in termini di governance, gli enti locali non svolgono pienamente il loro ruolo di supervisione e i loro rappresentanti all’interno degli SDL non monitorano rigorosamente lo stato di avanzamento dei progetti. L’assenza di relazioni periodiche impedisce una valutazione continua dei risultati e delle difficoltà incontrate.

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