“Israele sta vincendo le battaglie, ma sta perdendo la guerra”

“Israele sta vincendo le battaglie, ma sta perdendo la guerra”
“Israele sta vincendo le battaglie, ma sta perdendo la guerra”
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In un forum su Mondo pubblicato il giorno dopo il 7 ottobre 2023, ho scritto che questo cataclisma è stato “suscettibili di sconvolgere gli equilibri regionali”. Previsioni facili. Quello che non potevo immaginare era che, dodici mesi dopo, saremmo stati ancora qui. Peggio. Israele ora deve affrontare sette fronti. Sette ! Siamo di fronte a Hamas nel sud, Hezbollah nel nord, nell’est, in Cisgiordania, un’intifada che non ha ancora pronunciato il suo nome, in Siria e Iraq una miriade di gruppi terroristici, e più lontano gli Houthi dello Yemen. e infine all’Iran, patrono di tutti gli altri. Ci voleva un genio strategico per ritrovarti bloccato in questo modo.

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Passiamo velocemente alla questione delle responsabilità di tutti. Ne ho parlato nel forum sopra citato riguardo a quello di Benjamin Netanyahu. Per quanto riguarda Yahya Sinouar, il leader di Hamas, e il defunto leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, la loro ideologia jihadista li ha resi ciechi di fronte alla realtà dell’avversario. Il primo parla perfettamente ebraico, il secondo si vantava di essere un esperto di Israele, ma entrambi non capivano nulla delle fonti del potere di questo paese e traevano false conclusioni dalle sue momentanee debolezze. In un famoso discorso, Nasrallah non ha dichiarato che Israele, nonostante la sua potenza nucleare e la sua aviazione, lo è “più debole di una ragnatela” ? Un quarto di secolo dopo, la tela del ragno finalmente lo soffocò.

Detto questo, l’unica domanda valida è questa: possiamo ancora uscire dal pantano in cui il barbaro assalto del 7 ottobre 2023 ha precipitato la regione? Sì, purché si tengano presenti tre fatti. Il primo: un ritorno allo status quo ante è impossibile. Oscurata dalla personalità tossica di Netanyahu, dalle sue politiche distruttive e dalla composizione del suo governo, la causa principale della situazione con cui stiamo lottando è la presenza ai confini di Israele di proto-stati super armati il ​​cui obiettivo è la sua eliminazione. Possiamo prenderci in giro “vittoria totale” che Netanyahu promette ai suoi concittadini, ovvero l’annientamento una volta per tutte di Hamas e Hezbollah. Ma non c’è dubbio che essi debbano essere privati ​​del loro potere di nuocere, cioè del loro potere stesso.

Capovolgi il tavolo

Il secondo fatto riguarda le modalità di questo cambio di paradigma. La forza è una, senza dubbio. Dopo il 7 ottobre 2023, lo smantellamento sistematico delle strutture militari e politiche di Hamas si è rivelato essenziale, così come lo è stato l’improvviso cambiamento nella situazione che Hezbollah si trova ad affrontare. Ancora una volta dobbiamo chiederci perché, per due decenni, che hanno coinciso con la presenza in carica di Netanyahu, Israele ha permesso a queste due entità jihadiste di prendere il potere e dotarsi di veri e propri eserciti. Tuttavia, il massacro del 7 ottobre 2023, le raffiche di fuoco quotidiane sulle località della Galilea e i circa 100.000 sfollati israeliani sparsi nel proprio paese hanno costretto il governo israeliano a ribaltare la situazione.

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