L’Algeria cede alla febbre militarista, il Marocco si prepara al futuro…

L’Algeria cede alla febbre militarista, il Marocco si prepara al futuro…
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La febbre militarista sembra diffondersi in tutto il mondo. È quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma, preoccupato per una corsa agli armamenti che dal 2009 ha raggiunto livelli molto elevati.

Un’esplosione dovuta al ritorno dei conflitti ad alta intensità, di cui abbondano la guerra in Ucraina, la guerra a Gaza, gli scontri tra Iran e Israele e le tensioni sino-americane. In un contesto geopolitico febbrile, il Marocco mantiene la calma riducendo le sue spese (5,2 miliardi di dollari) mentre l’Algeria si arma fino ai denti aumentando le sue spese del 76% per raggiungere 18,3 miliardi di dollari nel 2023. L’Algeria è andata così avanti nella sua spesa tanto da superare la Turchia, il secondo esercito più grande della NATO. Questa corsa agli armamenti è incoraggiata dalla manna petrolifera, che è lungi dall’essere duratura. Tra Marocco e Algeria questo ampio divario è dovuto anche alla differenza di stato d’animo. Il Marocco, che non ha voglia di spavalderia, segue una logica di armamento difensivo mirato. Il che spiega, del resto, l’attenzione alla difesa antiaerea, all’artiglieria e alle armi anticarro. Tuttavia, l’Algeria, governata da soldati ossessionati dalla paura delle azioni, sta sprofondando in un’ossessione quantitativa, come l’ex Unione Sovietica. Se oggi gli Stati Uniti, la Cina, la Russia e le potenze europee investono massicciamente in armamenti, è perché sono impegnati in una situazione di stallo geopolitico che determina il futuro del mondo. Gli americani hanno bisogno di un esercito per mantenere la loro supremazia, mentre la Russia si è trasformata in un’economia di guerra per finanziare la sua avventura in Ucraina. La Cina vuole giocare allo stesso livello degli americani. La Vecchia Europa, dal canto suo, va ai ferri corti per sostenere l’Ucraina e proteggersi dalla “minaccia russa”. Tuttavia, in una regione che ha un disperato bisogno di sviluppo come il Nord Africa, perché sprecare fortune armandosi pesantemente per ragioni assurde?

Invece di ipotecare il futuro della sua popolazione, l’Algeria farebbe meglio a utilizzare la ricchezza del suo sottosuolo per diversificare un’economia ultra-dipendente dagli idrocarburi e far uscire i suoi giovani dalla disoccupazione a due cifre. Impossibile, però, convincere un regime di generali privi di sensibilità economica. Inoltre, la corsa agli armamenti non può essere produttiva senza una propria industria militare. Altrimenti sono solo soldi buttati dalla finestra, cosa che il Marocco sembra aver capito molto bene.

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