In Ciad, elezioni presidenziali incerte tra il presidente di transizione e il suo primo ministro

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Manifesti elettorali che rappresentano Mahamat Idriss Déby e Succès Masra, candidati alle elezioni presidenziali del 6 maggio, in una strada a N’Djamena, la capitale del Ciad, il 2 maggio 2024. ISSOUF SANOGO/AFP

Più di otto milioni di ciadiani sono chiamati alle urne lunedì 6 maggio per le elezioni presidenziali che dovrebbero porre fine alla transizione iniziata il giorno dopo la morte del presidente Idriss Déby Itno, ucciso durante gli scontri con i ribelli nell’aprile 2021.

La posta in gioco è alta: suo figlio, Mahamat Idriss Déby, issato da un gruppo di ufficiali sulla poltrona paterna, vuole legittimare il suo potere attraverso le urne; ma il suo principale rivale e primo ministro, Succès Masra, non intende facilitargli il compito. Questa battaglia politica tra due quarantenni preoccupa gli osservatori.

Dal lato del potere, siamo lieti di organizzare le prime elezioni presidenziali tra i paesi africani (Mali, Guinea, Burkina Faso, Niger) che negli ultimi anni hanno vissuto cambiamenti di regime antidemocratici. Ma “date le tensioni legate alle elezioni, queste rischiano di essere diverse solo nella forma. Fondamentalmente, si tratta sempre di restare al potere.” commenta un osservatore, sottolineando che le istituzioni elettorali sono controllate dai vertici del regime.

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Dalla morte del maresciallo Déby, tre anni fa, è stato fatto di tutto per bloccare il potere di suo figlio, a volte con la violenza. Dall’autunno 2022, a dialogo nazionale inclusivo e sovrano” (DNIS) ha prolungato di diciotto mesi il periodo transitorio e ha autorizzato il capo della giunta a candidarsi alla carica suprema, suscitando proteste nella società civile e nell’opposizione. Il 20 ottobre 2022, tra i 73 e i 300 manifestanti usciti per chiedere il passaggio del potere ai civili sono stati uccisi dalla polizia.

Il 28 febbraio 2024, l’avversario Yaya Dillo, anche lui cugino del presidente di transizione, è morto durante l’assalto dell’esercito contro la sede del suo partito, nel centro della città di N’Djamena. Come se niente fosse, Mahamat Idriss Déby annunciò qualche giorno dopo in pompa magna la sua candidatura alle elezioni presidenziali e l’inviato speciale del presidente francese, Jean-Marie Bockel, confidò alla stampa presidenziale la sua “ammirazione” per la sua leadership nella transizione. Un episodio che ricorda il discorso tenuto da Emmanuel Macron al funerale di Idriss Déby Itno; era allora l’unico capo di stato occidentale ad aver effettuato il viaggio: “La Francia non permetterà mai che la stabilità e l’integrità del Ciad siano messe in discussione”, ha dichiarato. La frase suonava come il doppiaggio di una successione dinastica.

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